Gli italiani residenti all’estero hanno superato gli stranieri residenti in Italia

Il “Rapporto italiani nel mondo 2022” della Fondazione Migrantes sfata la voce dell’Italia paese di immigrazione.

Dopo che per molto tempo l’Italia è stata un paese di emigrazione, negli ultimi decenni si è sempre sentito che si è trasformata in un paese di immigrazione. Questa affermazione non è mai stata vera in senso assoluto, perché dallo Stivale non si è mai smesso di partire, soprattutto in seguito alla profonda crisi vissuta nel 2008-2009. Lo dimostra in maniera inequivocabile un nuovo dato: Nel 2022, gli italiani ufficialmente residenti all’estero, iscritti all’anagrafe loro dedicata, hanno superato gli stranieri regolarmente residenti sul territorio nazionale. Questi ultimi sono quasi 5,2 milioni, pari all’8,8% della popolazione italiana residente, mentre quelli che abitano stabilmente all’estero sono oltre 5,8 milioni, ovvero il 9,8% dei cittadini italiani. Lo afferma la Fondazione Migrantes, organismo pastorale della CEI, nel suo Rapporto italiani nel mondo 2022.

Nel documento si legge che in un anno l’Italia ha perso lo 0,5% di popolazione residente (meno 1,1% dal 2020), mentre nello stesso tempo la comunità italiana all’estero è cresciuta del 2,7% (più 5,8% dal 2020). Quest’ultima è presente principalmente in Europa (54,9%, pari a quasi 3,2 milioni), in particolare in Germania, Svizzera e Francia, e in America (39,8%, ovvero oltre 2,3 milioni), specificatamente in Argentina e Brasile. Gli italiani residenti all’estero sono soprattutto giovani e giovani adulti: quasi il 60% è sotto i quarantanove anni. La loro scelta è dettata da problemi esistenziali legati all’autonomia, al lavoro, alla serenità e causati dal blocco dell’ascensore sociale. Se non si inizia a innescare un rimedio strutturale a questo andamento, da un punto di vista demografico l’Italia sarà sempre più in caduta libera.

Anche nel nostro Paese la componente giovane della popolazione straniera è rilevante: i bambini e i ragazzi sono più di 1,3 milioni e rappresentano il 13% del totale dei cittadini residenti con meno di diciotto anni. Essi sono nati in grande maggioranza in Italia da genitori immigrati (quindi fanno parte di una seconda generazione in senso stretto), in misura minore all’estero. Però, solo poco più di un quinto di loro ha acquisito la cittadinanza italiana, nonostante essi siano una risorsa preziosa per contrastare la denatalità e l’invecchiamento degli italiani. Ma persino i giovani stranieri hanno in mente di andarsene: il 59% di quelli che frequentano le scuole secondarie, infatti, da grande vorrebbe spostarsi in un’altra nazione.