Francia, anche nel 2021 centinaia di atti anti-cristiani

Nel Paese fortemente secolarizzato oltre la metà degli attacchi anti-religiosi hanno riguardato obiettivi cristiani.

Tra i 1.659 atti anti-religiosi avvenuti nel 2021 in Francia, 857 hanno riguardato obiettivi cristiani, che sono risultati quelli maggiormente attaccati. Contro l’ebraismo ci sono state 589 azioni, mentre contro l’islam 213. Negli ultimi anni, il trend anti-cristiano è oscillato tra i settecento e i novecento casi (con dei cali durante i periodi in cui vigevano le restrizioni anti-Covid), facendo rimanere questa fede quella più colpita.

Come riporta ACI Stampa, questi numeri sono quelli forniti dall’Osservatorio della cristianofobia, che li rileva periodicamente anche per il ministero dell’Interno francese. Infatti, il primo ministro Jean Castex ha già dato il mandato a due parlamentari di investigare su questi incidenti al fine di presentare un rapporto ufficiale. Il ministro dell’Interno Gerald Darmanin ha anticipato che è da registrare una loro decrescita di circa il diciassette per cento, ma c’è da ricordare che veniamo da due anni caratterizzati dalla pandemia e che nel 2019, l’anno prima dello scoppio della crisi sanitaria globale, gli attacchi contro obiettivi cristiani erano stati 996, un picco pari a 2,7 al giorno.

In uno stato fortemente secolarizzato in cui i fedeli cattolici rappresentano il quarantotto per cento della popolazione, gli atti anti-cristiani riguardano vandalismi, aggressioni, profanazioni, furti, incendi. Gli episodi più gravi avvenuti lo scorso anno sono stati l’omicidio del sacerdote Olivier Maire a Saint-Laurent-sur-Sévre, nella Francia occidentale, e le minacce alle persone che stavano partecipando a una processione mariana.

A causa delle continue aggressioni agli edifici di culto, per metterli in sicurezza il ministero dell’Interno ha stanziato quattro milioni di euro attraverso il Comitato interministeriale per la prevenzione della delinquenza e della radicalizzazione. La Conferenza Episcopale Francese ha ringraziato per questi aiuti, ma il filosofo e storico Remi Brague ha ricordato che non basta mettere telecamere di sorveglianza per impedire che questi attacchi continuino a rappresentare un modo per indebolire la nazione.