Francia, suora di clausura riammessa in convento da un tribunale civile

Dopo esser stata esclaustrata, suor Marie Ferreol ha denunciato il cardinale Ouellet e ottenuto un risarcimento.

In Francia un tribunale civile ha condannato un cardinale per aver allontanato ingiustamente una suora di clausura dal suo convento. Dopo trentaquattro anni di vita religiosa, suor Marie Ferreol era stata costretta a lasciare la comunità delle Domenicane del Santo Spirito dopo la decisione di esclaustrazione presa da mons. Marc Ouellet, che all’epoca era prefetto della Congregazione dei vescovi, e i visitatori apostolici don Jean-Charles Nault e madre Maylit Desjobert (anche loro condannati).

L’allora cinquantacinquenne aveva fatto ricorso contro il decreto che la riguardava – una misura radicale e rara, dice ACI Stampa –, anche per conoscere il perché di questa decisione. Nel mentre, era stata invitata a un ritiro spirituale, poi chiusa in una cella per due mesi e infine esortata a rimanere in un’abbazia a Randol. Ma, non trovando riscontro alle sue domande, visto anche che, come prescrive la normativa, i relativi atti erano stati secretati dalla Curia di Parigi, ha sporto denuncia al tribunale di Lorient. Al processo, la Santa Sede aveva fatto sapere che non vi è alcun diritto all’accesso a dei documenti riservati.

ACI Stampa sottolinea come questa sentenza sia un’ingerenza della legge civile su quella ecclesiastica e un precedente, in quanto mette in luce le modalità del licenziamento e interviene su una questione interna alla Chiesa. L’avvenimento ha acceso il dibattito, con l’intellettuale cattolico François Sureau che ha parlato di persecuzione contro la religiosa, la quale non ha avuto la possibilità di difendersi. Il provvedimento a favore di suor Marie Ferreol prevede un risarcimento di duecentomila euro e l’immediata riassunzione, cosa che praticamente parifica a un lavoro l’ammissione in un convento.