Gaza, un cecchino israeliano uccide due donne in chiesa

Si trovavano nella chiesa della Sacra Famiglia a Gaza City, dove oltre seicento persone sono rifugiate da due mesi.

Nella chiesa della Sacra Famiglia a Gaza City, sono più di seicento i rifugiati che da due mesi vi hanno trovato riparo per cercare di salvarsi dalle bombe dell’esercito di Israele. Ma neanche lì sono al sicuro. Questo sabato, infatti, un cecchino israeliano si è appostato in prossimità del complesso parrocchiale e ha aperto il fuoco contro i civili al suo interno. Due donne, una madre e una figlia, sono state così uccise, la seconda mentre cercava di soccorrere l’anziana mamma colpita da un proiettile. Altri sette fedeli sono rimasti feriti mentre cercavano di soccorrere i presenti o salvarsi, uno gravemente.

Come riporta Vatican News, queste notizie sono state confermate dal patriarca latino di Gerusalemme cardinale Pierbattista Pizzaballa, che ha raccontato come nella chiesa ci siano stati momenti di panico e di incredibile paura, soprattutto tra i bambini e gli anziani. Egli ha commentato che non riesce a comprendere «come un simile attacco possa essere stato compiuto proprio mentre tutta la Chiesa si prepara al Natale» e come in un luogo sacro possano essere state colpite a sangue freddo delle persone non belligeranti senza alcun avvertimento. L’esercito israeliano ha giustificato l’attacco parlando della presenza di un lanciamissili nella parrocchia.

Quella notte, la casa delle suore di Madre Teresa, che ospita cinquantaquattro bambini disabili, è stata colpita dal proiettile di un carro armato israeliano e una donna è stata ferita a una gamba. L’esplosione ha reso parte dell’edificio inagibile, distrutto i contenitori dell’acqua potabile che si trovavano sul tetto e danneggiato il generatore elettrico, non permettendo più l’uso dei respiratori.
Gli ospiti delle religiose sono stati dunque evacuati. Poi, due donne si sono aggiunte agli oltre diciottomila morti nella Striscia di Gaza.