A Gaza sono state colpite dalle bombe anche case di cristiani

Le incursioni aeree di Israele in risposta ai razzi di Hamas hanno danneggiato anche un convento e un asilo di suore.

Gli scontri drammatici che in questi giorni stanno scuotendo Israele e i territori palestinesi sono arrivati ad avere dannose ripercussioni anche sulla vita dei cristiani. Nella Striscia di Gaza, le incursioni aeree israeliane hanno colpito alcune abitazioni di fedeli situate nei pressi della parrocchia cattolica della Sacra Famiglia e danneggiato il convento e l’asilo delle Suore del Rosario. Lo ha confermato all’Agenzia Fides il vicario del patriarcato latino di Gerusalemme per la Palestina e la Città santa, il vescovo Giacinto-Boulos Marcuzzo, che ha dichiarato:

«Le incursioni israeliane fanno seguito ai razzi lanciati da Hamas sul territorio d’Israele, ma stando a quello che vediamo risultano del tutto infondate le considerazioni di chi, negli USA, ha definito “proporzionata” la reazione militare dello Stato ebraico. Bombardano da lontano. Una bomba è caduta vicino al convento delle suore. Tra le più di cento vittime ci sono donne e bambini. Ancora una volta, le famose bombe intelligenti fanno male a tutti, senza saper distinguere tra obiettivi militari e popolazione civile.»

Il problema, continua il vescovo, rimane sempre il conflitto arabo-israeliano che si trascina da decenni e, in particolare, l’occupazione da parte di Israele dei territori palestinesi. Basta quindi una scintilla per far riesplodere tutto. Le circostanze infelici che hanno portato all’attuale scontro vanno viste come una catena di tensioni e provocazioni a Gerusalemme: gli espropri di case palestinesi nel quartiere di Sheikh Jarrah; gli impedimenti imposti ai fedeli musulmani che volevano raggiungere la moschea di al-Aqsa per celebrare l’ultimo venerdì di Ramadan; l’annuale Marcia delle bandiere nel Giorno di Gerusalemme, quando nazionalisti ed estremisti ebrei attraversano i quartieri arabi della Città vecchia per riaffermare il dominio su tutta la Città santa; il rifiuto israeliano di conseguire lo svolgimento delle elezioni politiche palestinesi a Gerusalemme Est il 22 maggio.

In prospettiva, il problema più grave per mons. Marcuzzo è che stanno avvenendo violenze anche nelle cosiddette città miste come Haifa, Ramla, Jaffa, Lod, dove la coesistenza tra arabi ed ebrei era abbastanza pacifica. Qui, tra aggressioni, assalti alle case e scaramucce nelle strade, talvolta le forze di sicurezza non intervengono in maniera imparziale. Se davvero si vogliono trovare soluzioni per fermare gli scontri e lo spargimento di sangue innocente, occorre affrontare le cause alla radice del conflitto.