Nella città distrutta dagli attacchi israeliani tra i cattolici la speranza e la forza superano lo sfinimento e l’ira.
Nella città distrutta dagli attacchi israeliani tra i cattolici la speranza e la forza superano lo sfinimento e l’ira.
Durante la messa della Pentecoste celebrata nella parrocchia della Sacra Famiglia a Gaza, il patriarca di Gerusalemme dei latini Pierbattista Pizzaballa si è rivolto alla comunità di fedeli riconoscendo in loro la forza e la mancanza d’ira nonostante la stanchezza causata da mesi di guerra. La città è profondamente devastata a seguito dell’offensiva dell’esercito israeliano in risposta all’attacco di Hamas del 7 ottobre scorso e le vittime, anche tra i cattolici, sono tanti. «Voi siete isolati, ma non siete soli. Possa lo Spirito Santo […] scendere su tutti noi e darci la forza di vivere in queste circostanze speciali non solo per rimanere e resistere, ma per essere il futuro dei nostri figli qui a Gaza», ha detto il cardinale.
Come riporta AsiaNews, tra le innumerevoli abitazioni ridotte in macerie il cardinale è andato in visita allo storico forno “Delle famiglie”, che dà lavoro a cristiani e musulmani. Gravemente danneggiato dai bombardamenti, è stato recentemente riaperto anche grazie al contributo del Patriarcato latino. L’arrivo di mons. Pizzaballa è coinciso con il rientro del parroco della Sacra Famiglia, p. Gabriel Romanelli, che all’inizio della guerra si trovava a Gerusalemme e non è più potuto tornare nella sua parrocchia.
Egli ha trovato una comunità cristiana in condizioni abbastanza buone, nei limiti della difficile situazione segnata da un devastante conflitto tuttora in corso. Infatti, «Le persone sono serene, anche se è forte la sensazione di sfinimento, di depressione, ma è altrettanto vero che molti hanno voglia di riprendere la vita, di ricostruire. Altri ancora stanno pensando di ricominciare una vita fuori, pur se con grande dolore. Tutti loro hanno amato, e amano, la loro terra». P. Romanelli racconta che nel compound della parrocchia sono ospitate più di cinquecento persone, tra cui i bambini di Madre Teresa.
Anche grazie al viceparroco p. Yusuf Assad, che è rimasto nei mesi più duri, le attività pastorali ed educative possono continuare. Alla Sacra Famiglia è giunto anche p. Carlos Ferrero, provinciale della congregazione del Vero Incarnato, e accanto a suor Pilares Ocorro è arrivata suor Maria Maravillas de Jesus. Così, sono ripresi l’oratorio e qualche altra iniziativa con l’aiuto di molti ragazzi e delle famiglie più giovani. «Tutto questo è un segno di speranza».
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