A Gerusalemme una scuola di musica unisce cristiani, ebrei e musulmani

Nella martoriata Terra Santa, all’Istituto Magnificat si insegna a suonare e cantare nella fratellanza tra fedi.

In una Terra Santa devastata da guerre e conflitti, da trent’anni c’è un’oasi di fratellanza all’insegna della musica. All’Istituto Magnificat di Gerusalemme, che ha come obiettivo non solo l’insegnamento musicale, ma anche la promozione dell’incontro tra culture, fedi e provenienze diverse, i trentuno insegnanti e i duecentoventi allievi appartengono alle tre grandi religioni monoteiste. Qui i giovani possono imparare a suonare il pianoforte, l’organo, il violino, la chitarra, il flauto, il saxofono e tanti altri strumenti, impratichendosi nell’orchestra, e a cantare sia da soli che nei cori degli adolescenti e dei più piccoli. Questa scuola, il cui successo è crescente, ha come compito anche il servizio liturgico nei Luoghi Santi, come ad esempio la basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme e quella della Natività a Betlemme.

Come riporta Avvenire, l’istituto è stato fondato nel 1995 da padre Armando Pierucci, minore francescano celebre per le sue composizioni di musica sacra. Dopo la docenza di organo al conservatorio Rossini di Pesaro, il religioso, chiamato dal custode di Terra Santa dell’epoca, andò a fare l’organista per la chiesa del Santo Sepolcro. Per sette anni provò a coinvolgere dei giovani, che però dopo la formazione non restavano. Dopo un pellegrinaggio a piedi ad Ain Karem, la chiesa della Visitazione dove Maria proclamò il canto del Magnificat, chiese al capitolo della Custodia di poter aprire una scuola di musica. La proposta fu accolta all’unanimità e, poco alla volta, si iscrissero ragazzi e ragazze cristiane, musulmane ed ebree.

L’attacco di Hamas a Israele e la risposta militare dello stato ebraico hanno inizialmente portato scompiglio. Fra Alberto Joan Pari, direttore da oltre otto anni dell’istituto, racconta: «Dopo il 7 ottobre 2023 abbiamo avuto un piccolo terremoto interno. Alcune famiglie non hanno più potuto sostenere le tasse scolastiche e hanno preferito ritirarsi. Il delicato equilibrio costruito in quasi trent’anni è stato minacciato in un attimo, ma siamo riusciti a mantenere la politica fuori dalla scuola: un piccolo miracolo». Così, a giugno di quest’anno molte famiglie sono tornate a iscrivere i loro figli. Ma per fra Alberto la gioia si tramuta in preghiera quando si pensa alla tragica situazione della martoriata Terra Santa: «laggiù la gente è buona e chiede solo di vivere in pace».

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