Ad Accra l’arcidiocesi ha manifestato per la chiusura delle miniere illegali

Nella capitale del Ghana migliaia di persone hanno chiesto provvedimenti drastici a seguito dei danni ambientali.

Migliaia di persone sono scese in strada ad Accra, capitale del Ghana, per protestare pacificamente contro il fenomeno in vertiginosa crescita dell’estrazione mineraria illegale, chiamata localmente galamsey, che sta provocando pesanti danni ambientali e conseguenze negative alla vita delle persone che vivono nei luoghi dove viene praticata. Venerdì scorso si è tenuta la “Passeggiata di preghiera per l’ambiente”, promossa dall’arcidiocesi di Accra in collaborazione con la Conferenza dei Superiori Maggiori dei Religiosi del Ghana e con l’adesione di altri gruppi come FixTheCountry e Democracy Hub.

Padre Micheal Kobina Ackon Quaicoe, direttore esecutivo del Governance, Justice and Peace Directorate della Conferenza Episcopale del Paese, ha detto ad AsiaNews: «È la lotta di tutti noi. I decisori politici, coloro che sono coinvolti nel business, i nostri leader tradizionali e, in effetti, ogni ghaniano». La marcia aveva come obiettivo quello di chiedere al presidente azioni concrete per fermare l’attività delle miniere illecite, nelle quali si cercano senza regole soprattutto l’oro, il cui prezzo globale quest’anno è cresciuto di quasi il trenta percento, inquinando i corsi d’acqua e distruggendo foreste, oltre a causare gravi pericoli per la salute della gente del posto.

Infatti, l’estrazione senza regole provoca l’emissione di polveri contenenti metalli pesanti come il piombo e dei fumi velenosi del mercurio e dell’acido nitrico, usati dai minatori per separare i ritrovamenti aurei dai sedimenti. Queste sostanze chimiche vengono poi scaricate sul terreno o nei fiumi, che ormai sono contaminati per circa il sessantacinque percento. Nelle città e nei villaggi vicini alle miniere, gli ospedali e i centri sanitari riportano un alto numero di decessi prematuri per malattie polmonari contratte dai minatori, che inoltre muoiono a decine nei crolli delle fosse, e dai residenti.

Dunque, questa pratica illegale sta già causando un disastro ambientale e umano, quindi è ancora più urgente prendere provvedimenti drastici come la dichiarazione dello stato di emergenza nelle aree minerarie e la cancellazione delle licenze minerarie. I manifestanti hanno presentato al palazzo presidenziale una petizione con queste richieste, imprescindibili per il futuro del Ghana nonostante la crisi economica che sta colpendo il Paese. Per l’arcivescovo metropolita di Accra John Bonaventure Kwofie è una questione di responsabilità: «Questa iniziativa riflette il nostro impegno civile, comunitario e religioso nei confronti del nostro Paese e del suo ecosistema che viene distrutto».