Voluto dal presidente, l’enorme edificio sacro richiede ingenti fondi quando il Paese è in grave crisi economica.
Voluto dal presidente, l’enorme edificio sacro richiede ingenti fondi quando il Paese è in grave crisi economica.
Quando nel 2016 vinse per la prima volta le elezioni presidenziali del Ghana, Nana Akufo-Addo dichiarò di voler edificare una grande cattedrale per mostrare la sua gratitudine a Dio. Affidato il progetto all’architetto anglo-ghaneano David Adjaye e individuata nel centro di Accra un’estesa area vicina al parlamento e al teatro nazionale, è cominciata la raccolta fondi, ma anche una scia di polemiche legata ai costi, si legge su Nigrizia. Infatti, trattandosi di un’opera gigante è prevedibile che la cifra preventivata di quattrocento milioni di euro continuerà a lievitare fino a raggiungere il miliardo. Così la fede, utilizzata in modo personale e strumentale, è diventata oggetto di discordia.
Il problema principale è che nel Paese c’è un’inflazione del 53,6% e un debito pubblico che è salito fino al 76%, per cui lo Stato non riesce a pagare gli interessi sulle obbligazioni ed è a un passo dall’insolvenza. La grave, ma annunciata, crisi economica ha costretto il presidente a chiedere sostanziosi aiuti economici al Fondo monetario internazionale. Per la costruzione della cattedrale, Akufo-Addo sta dunque cercando finanziatori sia all’estero che in patria, dove l’anno scorso ha ricevuto il voto contrario del parlamento alla richiesta del governo di destinarvi quasi sei milioni di euro. Pare, comunque, che l’esecutivo abbia già speso cinquantotto milioni di dollari per la sistemazione del sito.
In questo periodo difficile, ciò che ha rafforzato il malumore tra i cristiani, che rappresentano il 70% della popolazione, è stata la proposta di chiedere a tutti i fedeli di donare venti dollari al mese per due anni. L’immenso edificio sacro, che prevede anche un museo biblico, giardini, un auditorium da cinquemila posti e una cripta nazionale per la sepoltura delle personalità dello Stato, sembra a loro una vanità del presidente e sta creando divisioni in un Paese in cui ci sono sempre state unità e tolleranza religiosa. Tra l’altro, nel consiglio di amministrazione della cattedrale composto da rappresentanti di diverse confessioni cristiane – metodista, pentecostale, carismatica – non siede un rappresentante ufficiale della Chiesa cattolica (il presidente ha messo un arcivescovo suo amico) e il presidente della conferenza episcopale ghaneana, monsignor Philip Naameh ha affermato che questo progetto non è in questo momento una priorità.
Akufo-Addo, però, è intenzionato a continuare per la sua strada, forte della convinzione che il Ghana, risparmiato dalla guerra civile che ha coinvolto le nazioni vicine, dalla carestia e dall’epidemia, sia stato aiutato dalla grazia di Dio. Per questo, l’edificazione della chiesa è un atto di ringraziamento al Signore. Ma mischiare interessi pubblici e privati rischia di creare tensioni e di destinare ingenti risorse per una cattedrale nel deserto, come è accaduto in Costa d’Avorio dove il presidente Félix Houphouët-Boigny ha fatto costruire nella sua città natale l’enorme basilica di Nostra Signora della Pace di Yamoussoukro.
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