Haiti, continuano i rapimenti di suore

L’isola è nel caos a causa delle violenze di trecento gang criminali, che ora colpiscono regolarmente anche la Chiesa.

Sono state liberate nella serata di mercoledì scorso le sei religiose delle Suore di Sant’Anna che, assieme al loro autista e a un’altra donna, erano state sequestrate a Port-au-Prince il venerdì prima da un gruppo di armati, mentre erano in viaggio su un minibus nella capitale di Haiti. Il rapimento aveva portato la congregazione a decidere di chiudere per protesta le scuole, elementari e medie, che gestisce su tutta l’isola caraibica. Il vescovo di Anse-à-Veau-Miragoâne Pierre-André Dumas, vicepresidente della conferenza episcopale locale, si era addirittura offerto come sostituto dei rapiti e la Chiesa haitiana aveva indetto una giornata di preghiera per la liberazione di tutte le persone rapite.

Come riporta l’Agenzia SIR, per la fidei donum Maddalena Boschetti, là presente da oltre dieci anni, dietro questo ennesimo caso ci sarebbe da parte delle trecento gang sparse sul territorio «una strategia per minare l’autorevolezza e la credibilità della Chiesa cattolica. Presumo che lo facciano per avere campo libero: mi sembra che il gioco sia quello di insultare e mettere in atto minacce affinché la Chiesa non alzi ulteriormente la voce». Invece, Clara Zampaglione di Caritas Italiana, che ha vissuto a Port-au-Prince fino a un anno e mezzo fa, non si sente di poter affermare che ci sia un attacco mirato contro la Chiesa, in quanto «il fatto stesso che esponenti della Chiesa siano presi di mira significa che la situazione è davvero fuori controllo».

Lei ricorda come «i religiosi e le religiose sono sempre stati i più protetti, attorno a loro si creava un cordone di protezione e sicurezza da parte della popolazione, ma oggi quelle poche regole non scritte di rispetto sembrano del tutto cadute». La situazione ad Haiti, quindi, si è fatta oltremodo grave: soggetti alla violenza e all’arbitrio dei gruppi criminali, i comuni cittadini sono ancora più vulnerabili ai sequestri di persona a scopo di estorsione. Con il potere democratico sovrastato dall’anarchia, cinquemila omicidi e duemilacinquecento rapimenti solo lo scorso anno, la capitale paralizzata da blocchi e barricate, anche le suore sono a rischio. Alcune di loro sono ancora nelle mani delle gang, che richiedono alti riscatti per la liberazione. Haiti è ripiombata nel caos.