La testimonianza di un missionario laico racconta di attacchi e violenze di gruppi criminali formati da giovani dei quartieri.
La testimonianza di un missionario laico racconta di attacchi e violenze di gruppi criminali formati da giovani dei quartieri.
Di Haiti si sente parlare poco, ma, dopo che negli ultimi decenni è stata colpita da povertà, violenza e calamità naturali, l’isola caraibica sta vivendo in questi mesi un’ulteriore situazione di emergenza: quella delle bande armate. A Mondo e Missione il missionario laico Maurizio Barcaro della fondazione Lakay Mwen, che opera al servizio di ragazzi e anziani, ha raccontato la propria esperienza, incredulo da quanto poco faccia il governo per arginarle e dal pressoché totale silenzio della comunità internazionale.
Una notte di fine aprile, diverse aree della zona dei La Plaine, tra cui quella dove si trova la fondazione, sono state attaccate contemporaneamente da quattrocento malviventi mawoso, che hanno si sono scontrate con diversi gruppi del luogo uniti sotto il comando di un certo Chien Mechan, nome che vuol dire “cane cattivo”. Nei primi giorni dello scontro, si parla che ci siano stati venti morti, decine di feriti, centinaia di sfollati e baracche bruciate. È così iniziata una guerriglia urbana, con tutte le strade per uscire o entrare dagli abitati bloccate da gente armata fino ai denti. Nel giro di poco tempo, scuole, negozi, banche e attività di qualsiasi tipo hanno dovuto chiudere.
Anche le persone che stavano nella sede della fondazione si sono dovuti rintanare nell’edificio. Ogni giorno sentivano spari, avendo una sensazione surreale perché sembravano fuochi d’artificio. L’assurdità della situazione è stata confermata quando, una volta, una trentina di giovanotti armati si sono presentati al portone per chiedere pallottole, armi o soldi. Poi, siccome la missione è situata in una stradina secondaria, dalle finestre si vedevano arrivare in moto decine di queste persone, che, dopo essersi tolte la maschera, si riposavano per un po’ chiacchierando e bevendo liquore. Erano tutti ragazzi dei quartieri circostanti, un paio ex studenti delle scuole della fondazione.
La polizia ha tentato di fare un intervento, che ha portato ad alcune uccisioni e al linciaggio di malviventi arrestati da parte di una folla inferocita. Ma questo ha inasprito ancora di più il clima e gli attacchi delle bande armate si sono intensificati. Alla missione sono cominciate a passare famiglie con valigie e scatoloni, in fuga dalle violenze dei mawoso che picchiano, violentano e prendono tutto come decine di altre. Anche Maurizio Barcaro e i suoi ragazzi, in un momento in cui una strada non era controllata, sono riusciti a raggiungere l’aeroporto e fuggire a Santo Domingo, in attesa del ritorno di una qualche normalità.
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