Nello stato del nord dell’India, chi offre l’istruzione gratuita in una scuola gestita da qualsiasi ente religioso rischia cinque anni di carcere.
Nello stato del nord dell’India, chi offre l’istruzione gratuita in una scuola gestita da qualsiasi ente religioso rischia cinque anni di carcere.
L’assemblea legislativa dello stato dell’Himachal Pradesh ci riprova. Una nuova legge, che replica il provvedimento del 2006 già annullato dall’Alta Corte dell’India, mira a criminalizzare la conversione religiosa. La norma estende i reati alla conversione per coercizione, frode, forza o incentivo. Per incentivo si intende l’offerta, oltre che di qualsiasi tentazione sotto forma di doni, gratificazioni o benefici materiali in denaro o in natura, anche di lavoro e di istruzione gratuita nella scuola gestita da qualsiasi ente religioso e non.
La pena prevista è fino a cinque anni di carcere, che possono arrivare a sette nel caso di matrimonio celebrato ai fini della conversione religiosa con una persona appartenente a una casta o tribù riconosciuta. Mervyn Thomas, responsabile della Ong Christian Solidarity Worldwide impegnata nel mondo per la difesa dei diritti dei credenti, ha commentato all’Agenzia Fides:
«Questa nuova legge è una chiara espressione dell’intenzione dello stato di limitare il diritto alla libertà di coscienza e religione. Essendo una nazione multietnica composta da diversi gruppi religiosi, l’India deve rispettare il diritto alla libertà di pensiero, coscienza e religione per tutte le persone. I cittadini devono essere liberi nel diritto di scelta individuale. Esortiamo i legislatori statali a riconsiderare questa mossa che disonora la Costituzione fondamentale dell’India.»
John Dayal, attivista cattolico per i diritti civili, ha dichiarato: «L’Himachal Pradesh è situato nell’Himalaya inferiore, ed è composto da piccole comunità che vivono lontane l’una dall’altra. Non ci sono tentativi di convertire con la forza, la frode o gli incentivi. Non si comprende il perché di questa legge. Sono sempre le minoranze religiose a trovarsi isolate e prese di mira.»
Nel 2019, secondo i dati dell’Ong Alliance Defending Freedom, in India si sono già contati 218 incidenti di violenza contro i cristiani, di cui ben 159 sono episodi di violenza di massa. Cinque anni fa erano 147: l’aumento è costante. Inoltre, c’è paura a denunciare: quest’anno solo in 25 casi non c’è stata paura di esporsi con la polizia, che spesso tende a coprire i crimini e gode del sostegno dei leader locali.
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