Nel quartiere Fanling la comunità cattolica è in continua crescita e si sono dovuti estendere gli spazi esistenti.
Nel quartiere Fanling la comunità cattolica è in continua crescita e si sono dovuti estendere gli spazi esistenti.
Nel quartiere Fanling di Hong Kong, che dista solo due chilometri dal confine con la Cina continentale, non c’è il minimo spazio per edificare. Ma la chiesa della parrocchia di San Giuseppe, che sorge in mezzo ai grattacieli, non basta più per la comunità cattolica locale. Essa fu costruita dal 1953 su un terreno donato da uno dei fedeli, poiché, in seguito all’incarico diocesano del 1949 a un missionario del Pime di svolgere qui il suo servizio, la presenza cristiana esistente dal 1926 si stava ampliando progressivamente. Così, le celebrazioni poterono non essere più svolte in quella che oggi è una scuola parrocchiale, ma in un edificio costruito con pietre squadrate, irregolari e tutte diverse che richiamano la chiesa di pietre vive di cui parla Gesù.
Cinque anni fa, in concomitanza con i lavori di ristrutturazione dell’antica chiesa, partì anche la costruzione di un nuovo edificio sacro, però sotterraneo e collegato con il piano terreno tramite scale mobili e ascensori. Ciò si è reso necessario per far fronte alla partecipazione alle celebrazioni domenicali di circa duecento famiglie. Come racconta il parroco padre Pietro Paolo Dossi a Mondo e Missione, «Per sei mesi, ogni prima messa del mese, abbiamo fatto un’attività diversa, ripercorrendo la storia della vecchia chiesa e aspettando l’arrivo di quella nuova come se fosse un ritorno a casa. Nelle ultime settimane, invece, abbiamo creato un puzzle di cinquecento pezzi con l’immagine di cinque pani e due pesci […]. Dietro ogni tassello, ognuno ha scritto una preghiera, nel segno di una comunità che decide di entrare in un luogo nuovo e di rinnovarsi, a sua volta, a livello interiore».
L’ultimo pezzo è stato posto dal cardinale Stephen Chow all’inaugurazione della chiesa sotterranea, avvenuta nella solennità dell’Epifania di quest’anno. Nella zona di Hong Kong dove è stata costruita sono stati recentemente innalzati molti palazzi di decine di piani, in ognuno dei quali ci sono centinaia di appartamenti. Il sacerdote stima che qui verranno a vivere circa trentamila persone, soprattutto studenti pendolari e lavoratori governativi, che rafforzeranno la marginalizzazione di coloro che parlano il tradizionale cantonese invece del mandarino. I parrocchiani di San Giuseppe sono tutti hongkonghesi, ai quali si aggiungono un centinaio di donne filippine che lavorano come collaboratrici domestiche. Commenta il missionario: «Non abbiamo ancora raggiunto i cinesi che si sono trasferiti nel distretto, ma potrebbero essere coloro a cui ci rivolgeremo in futuro».
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