Il santuario dei tre confini simbolo di unità tra diverse culture e lingue
Il santuario dei tre confini simbolo di unità tra diverse culture e lingue
Qualche giorno fa, sul Monte Lussari, a 1790 metri di altitudine, si è svolto un significativo incontro di preghiera per la pace, che ha riunito italiani, friulani, slavi e tedeschi. Questo luogo, da secoli dedicato a Maria come “Regina della Pace”, ha visto la partecipazione dei vescovi di Udine, Gorizia, Lubiana e Gurk-Klagenfurt, simbolo di unità tra diverse culture e lingue.
Il santuario, ricostruito dopo i bombardamenti della Prima Guerra Mondiale, è un punto di incontro per i popoli di questa regione. Dopo una pausa, la tradizione del pellegrinaggio è ripresa, dedicata al Giubileo e all’impegno di essere testimoni di speranza in un mondo segnato da conflitti. I pellegrini hanno camminato insieme, pregando e cantando nelle loro lingue, sotto un cielo sereno.
Durante la celebrazione, l’arcivescovo di Udine ha sottolineato l’importanza di costruire “relazioni inclusive” nelle comunità cristiane e civili. Ha evidenziato come, nonostante le limitazioni umane, la grazia di Dio possa portare gioia e festa nelle vite delle persone. Il Santuario del Lussari, una delle otto chiese giubilari dell’arcidiocesi di Udine, rappresenta un luogo di rifugio e preghiera, specialmente in tempi di crisi.
Il parroco di Camporosso ha rimarcato l’importanza della presenza dei vescovi dei paesi confinanti, evidenziando l’identità comune che unisce le diverse popolazioni nella fede. Un ulteriore momento di preghiera è previsto per la notte di San Giovanni Battista, con la Benedizione del fuoco, un rito che rinnova antiche tradizioni e invita alla riscoperta del cammino di fede.
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