L’inazione di fronte al rapido cambiamento climatico è immorale

Le Pontificie Accademie delle Scienze e delle Scienze Sociali denunciano che i migranti climatici potrebbero diventare un miliardo.

Il 2023 è stato l’anno più caldo mai registrato e gli eventi meteorologici estremi stanno avendo conseguenze sempre più gravi. A febbraio scorso, le temperature degli oceani sono state le più alte mai registrate e, con questo andamento climatico, la soglia critica di riscaldamento globale di 1,5 gradi sarà molto probabilmente superata tra il 2030 e il 2035. «Abbiamo un periodo di tempo limitato per prepararci in modo proattivo e rispondere alla crisi, piuttosto che semplicemente reagire ad essa», c’è scritto nell’Appello planetario all’azione per la resilienza ai cambiamenti climatici, il cui primo firmatario è Papa Francesco. Il documento di denuncia, che chiama chi ci governa a intervenire senza indugi, è stato redatto da un gruppo internazionale di ricercatori, leader religiosi, politici e capi di città, Paesi, governatorati e province riuniti a maggio in un vertice dalla Pontificia Accademia delle Scienze e dalla Pontificia Accademia delle Scienze Sociali.

In esso si legge che, considerando la popolazione mondiale, il miliardo più ricco e che consuma più energia contribuisce per oltre il 50% agli inquinanti che intrappolano il calore e, assieme ad altre quattro miliardi di persone, è causa di circa il 90% dell’inquinamento. Invece, i tre miliardi più poveri contribuiscono per meno del 10%, ma hanno subito il 75% delle perdite. Infatti, le nazioni del gruppo G20 sono responsabili dell’80% delle emissioni mondiali di anidride carbonica, mentre ai quarantasei stati meno sviluppati, la maggior parte dei quali si trova in Africa, è imputabile solo l’1% di queste emissioni. Però, come dimostrano i dati dal 2010 al 2020, la mortalità umana dovuta a condizioni meteorologiche estreme nelle regioni dove non c’è stato un apporto significativo alle emissioni è stata quindici volte superiore rispetto ad altre regioni.

«L’inazione umana di fronte al rapido cambiamento climatico è immorale», afferma l’Appello, che denuncia anche come i progressi siano ostacolati da una crescente disinformazione. Infatti, inquinamento, inondazioni, siccità, ondate di caldo portano malattie, morti premature, mancanza di sicurezza alimentare, sanitaria e sociale, migrazioni. Entro il 2050, i migranti climatici all’interno dei propri Paesi oppure all’estero potrebbero arrivare a oltre un miliardo, visto che tre miliardi e seicento milioni di persone vivono in aree altamente sensibili agli effetti del cambiamento climatico. Negli ultimi cinquant’anni, la crisi climatica ha già comportato una perdita materiale di oltre quattro trilioni di dollari e, nei prossimi cinquanta, l’incapacità di controllare le emissioni potrebbe farla salire all’incredibile cifra di centosettantotto trilioni. Agire ora non è mai stato così urgente.

Luca Frildini