India, assolto sacerdote arrestato perché cantava canti natalizi

Dopo quattro anni di battaglie legali la Corte suprema ha respinto l’accusa di conversione religiosa forzata.

Ci sono voluti quattro anni di battaglie legali per l’assoluzione di don George Mangalapilly dall’accusa di conversione religiosa forzata. Recentemente, la Corte suprema indiana ha emanato una sentenza a favore del prete indiano, che era stato imputato perché il 14 dicembre 2017 era stato visto assieme a un collega e trentadue seminaristi nel villaggio di Bhumkahar, nello stato del Madhya Pradesh, mentre cantava canti natalizi. Per questo, egli fu aggredito da un gruppo di estremisti indù, che dopo il suo arresto lo hanno minacciato di morte e, mentre era all’interno della stazione di polizia assieme a quattro amici sacerdoti della Società Clarettiana che erano venuti a dargli un sostegno, hanno bruciato la loro auto. Il prete racconta ad Aiuto alla Chiesa che Soffre:

«Come abbiamo sempre fatto per anni, avevamo organizzato un programma natalizio con varie attività culturali e con l’aiuto dei paesani. L’evento era quasi finito, quando un gruppo di persone è arrivato e ha interrotto il raduno. Hanno usato parole offensive e hanno cercato di picchiare alcuni dei nostri seminaristi. Ci hanno ordinato di fermarci e ci hanno detto che avevamo bisogno del permesso ufficiale per organizzare un tale evento. Pochi minuti dopo, dalla città sono arrivati diversi poliziotti, ci hanno ordinato di fermarci e ci hanno portato tutti alla stazione di polizia. Ci hanno accusato di tentare di convertire la gente del posto al cristianesimo, ma questo era un evento che organizzavamo da molti anni e faceva parte della formazione del seminario. Il tribunale ha concesso la cauzione molto tardi la sera, dopo di che tutti hanno avuto il permesso di tornare in seminario».

Il fatto strano è che il seminario è lì da più di venticinque anni, per cui c’è da pensare che il fatto sia legato alla politica estremista portata avanti dai partiti radicali indù, soprattutto negli stati da loro governati. Non è la prima volta che in India ci sono accuse come questa, visto che negli ultimi anni gli attacchi ai cristiani si sono moltiplicati. Ma se in questo caso il sacerdote ha potuto dimostrare la propria innocenza facendo ricorso alla Corte Suprema, in tanti altri c’è che non ci riesce e subisce persecuzioni e prigionia. Don Mangalapilly crede che gli estremisti abbiano paura dell’educazione da parte della Chiesa della gente, specialmente dei poveri, degli emarginati e degli oppressi, perché se loro imparano a leggere e scrivere usciranno dall’analfabetismo e inizieranno a pensare ai propri diritti.