India, l’emancipazione della donna passa per l’istruzione

A Chennai, le Figlie di Maria Ausiliatrice puntano sulla formazione delle ragazze per toglierle dai rischi della strada.

Gloria Karthik, oggi madre trentunenne di quattro bambini, aveva otto anni quando entrò a studiare alla Marialaya (Casa di Maria) di Chennai, un istituto gestito dalle Figlie di Maria Ausiliatrice, conosciute come salesiane di don Bosco. Un assistente sociale convinse i suoi genitori poveri a darle questa opportunità per provare a migliorare il suo futuro, altrimenti segnato dalla vita miserabile nella baraccopoli. Così è diventata sarta.

Marialaya è nata nel 1990 nella città del Tamil Nadu proprio per accogliere ragazze dai sei ai diciotto anni e ha visto passare più di duemila persone. È uno tra gli oltre quindicimila istituti per la formazione, scuole, licei e università cattolici presenti in India, dove, secondo l’Unicef, tra i quindici e i diciotto milioni di bambini vivono per strada e non hanno accesso, a causa della povertà, allo studio. Molti di questi, per sopravvivere, rimangono coinvolti in attività criminali o sono soggetti a sfruttamento economico e sessuale.

Su AsiaNews, sr. Sebastiar Caroline, coordinatrice dei programmi, spiega che il centro insegna «abilità comunicative, la lingua inglese e come risolvere problemi o gestire il proprio tempo e denaro quando lasciano la struttura. Incoraggiamo le ragazze a creare e coltivare rapporti d’amicizia e relazioni umane. Promuoviamo il loro spirito di leadership sviluppando il talento nel canto e nella danza». Sr. Soosai Muthu Arul, la direttrice, aggiunge che l’obiettivo dell’istituto è «creare un ambiente familiare in cui risanare la loro dignità di esseri umani. La maggior parte delle ragazze sono abbandonate, orfane o con un solo genitore. Quasi tutte vivevano per strada. Tutte provengono da contesti familiari poverissimi o dalle baraccopoli».

Brittila Machado, assistente sociale del centro, afferma che «guarire le ferite dell’anima è il compito più difficile del Marialaya. Molte bambine sviluppano forme di auto-difesa dal mondo esterno, come se rinchiudendosi in loro stesse potessero eliminare il dolore patito». Come Kanmani, che è arrivata all’istituto nel 2016 a soli sei anni ed è rimasta chiusa in un mutismo per mesi. Col tempo, le suore hanno scoperto che veniva violentata dal patrigno, con la connivenza silenziosa della madre.

Per amplificare i risultati della propria attività, le Figlie di Maria Ausiliatrice hanno aperto in tutta la città diciotto scuole serali per ragazze povere che non riescono a frequentare con regolarità le lezioni. Quelle che ce la fanno a trovare un lavoro riescono anche mantenere i genitori, molti dei quali non ritenevano che per le proprie figlie fosse importante studiare.