Inizia il cammino sinodale: una Chiesa rinnovata per una nuova società

I messaggi della CEI a presbiteri, diaconi, consacrate e consacrati, operatori pastorali, fedeli per l’avvio della fase diocesana.

Sabato ha preso il via il cammino del Sinodo universale, mentre la prossima domenica inizieranno ad aprirsi quelli diocesani. Il percorso prevede una prima fase, chiamata narrativa, della durata di un anno e mezzo: prima si ascolteranno e raccoglieranno i racconti, i desideri, le sofferenze e le risorse delle persone, delle comunità e dei territori sulla base delle domande preparate dal Sinodo dei vescovi, poi ci si concentrerà su alcune priorità pastorali individuate dall’assemblea generale della CEI che si terrà a maggio 2022. A giugno 2023 inizierà la fase sapienziale, nella quale il popolo di Dio assieme a teologi e pastori leggerà in profondità quanto emerso nelle precedenti consultazioni, e a giugno 2024 partirà la fase profetica che culminerà l’anno successivo in un momento assembleare, dove si assumeranno alcuni orientamenti profetici e coraggiosi da riconsegnare alle Chiese locali nella seconda metà del decennio.

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Nella Lettera alle donne e agli uomini di buona volontà, il Consiglio permanente della CEI invita i fedeli a incamminarsi seguendo il passo di Gesù, compagno di viaggio capace di ascoltare e accogliere senza giudicare. “Ascoltare” è l’imperativo biblico da imparare nei confronti della Parola di Dio, dei segni dei tempi, del grido della terra e dei poveri, del cuore di ogni persona e di ogni generazione. Il senso del cammino sinodale è proprio dare ascolto e condividere le bellezze dei talenti di ciascuno e anche le sue fragilità, mirando a delineare una Chiesa rinnovata per una nuova società. Per questo è importante il contributo di tutti.

Il Consiglio dei vescovi, nel Messaggio ai presbiteri, ai diaconi, alle consacrate e consacrati e a tutti gli operatori pastorali, ricorda inoltre che il processo di secolarizzazione in atto, che ha reso relativa la cristianità all’interno della società, non deve essere motivo di depressione pastorale o lamentazione nostalgica, ma una spinta a cercare dentro a questa situazione ciò che lo Spirito dice alle Chiese. Se il Signore Gesù è risorto e vivo e il suo Spirito continua a operare nella storia, le Chiese devono sottoporre con decisione al discernimento comunitario l’assetto della propria pastorale, lasciando da parte ritocchi marginali e tentazioni conservatrici. In particolare, occorre privilegiare l’ascolto degli ultimi, ovvero delle donne, dei giovani e dei poveri, che non sempre nelle comunità cristiane hanno la possibilità di offrire pareri ed esperienze. Nel cammino sinodale, dunque, le decisioni da prendere non solo nei confronti della società e del mondo, ma anche della vita stessa dei fedeli.