L’intervista dell’emittente messicana Televisa in cui il Papa ha affrontato anche i temi più scomodi del suo pontificato.
L’intervista dell’emittente messicana Televisa in cui il Papa ha affrontato anche i temi più scomodi del suo pontificato.
Nella lunga intervista trasmessa il 28 maggio dall’emittente messicana Televisa, tradotta dall’Osservatore Romano e pubblicata da Vatican News, Papa Francesco ha affrontato molti temi di attualità. L’intervistatrice Valentina Alazraki, che ha affrontato i temi più scomodi, ha iniziato chiedendo al Papa un commento sulla drammatica situazione dei migranti in Messico.
“L’uomo è l’unico animale che cade due volte nella stessa buca. Rifacciamo le stesse cose. Alzare muri, come se fosse questa la difesa. Quando la difesa è il dialogo, la crescita, l’accoglienza e l’educazione, l’integrazione, o il sano limite del «non si può fare di più», ma umano… Con questo non mi riferisco solo al limite del Messico, ma parlo di tutte le barriere che esistono. […] Chi costruisce muri finisce prigioniero dei muri che costruisce; invece, chi costruisce ponti fraternizza, dà la mano, anche se resta dall’altro lato, c’è dialogo. […] C’è qualcosa che non funziona, e in sostanza credo che alla base ci siano il maltrattamento ambientale e il maltrattamento economico. […] Ci sono sempre meno ricchi, che bello! Meno ricchi con la maggior parte della ricchezza del mondo. E sempre più poveri con meno del minimo per vivere. Cioè tutta la ricchezza è concentrata in gruppi piuttosto piccoli rispetto agli altri. E i poveri sono di più. Allora, chiaro: i poveri cercano frontiere, cercano vie d’uscita, orizzonti nuovi.”
Il successivo tema affrontato è stato quello della violenza, che in Messico ha portano nel 2018 all’enorme numero di 40.000 morti. Papa Francesco dice che, per migliorare la situazione, ci vuole un compromesso, un accordo tra partiti politici, società e Chiesa, senza scendere a patti con il narcotraffico. Parlando invece di giovani, ha ricordato ancora una volta l’importanza delle proprie radici.
“La gioventù corre il rischio — se già non lo ha fatto — di perdere le radici. Io consiglio sempre ai giovani di parlare con gli anziani, e agli anziani di parlare con i giovani, perché un albero non può crescere se gli tagliamo le radici. Non può crescere neppure se restano solo le radici, e ciò riferendomi a un conservatorismo. Andare alle radici. Dialogare con le radici. Ricevere dalle radici la cultura. Allora cresco, fiorisco e do frutto e genero e si va avanti. Questo dialogo tra gli anziani e i giovani per me è fondamentale nella congiuntura presente.”
Alazraki solleva poi un argomento drammatico, quello della violenza sulle donne. Papa Francesco, ricordando molti casi, sottolinea come ancora la donna sia messa in secondo piano, spesso a un passo dalla schiavitù. Poi, l’intervista cambia registro e passa a temi strettamente legati al suo pontificato. Innanzitutto, il rapporto tra il Papa e gli scandali degli abusi sessuali su minori. Sul viaggio di ritorno dal viaggio apostolico in Cile ad inizio 2018, Papa Francesco aveva difeso monsignor Barros, successivamente dimessosi dopo l’accusa di aver coperto le malefatte di un sacerdote risultato colpevole. Poi, il Papa cambiò idea alla luce dei nuovi fatti emersi. L’intervistatrice solleva il problema dei filtri all’interno della Chiesa, dai nunzi ai vescovi e cardinali, che non fanno arrivare tutte le informazioni sul tavolo del Papa.
“Il viaggio di ritorno mi ha aiutato abbastanza a capire e quando sono arrivato qui, ho riflettuto, ho pregato, ho chiesto consiglio e ho deciso di mandare un visitatore apostolico, il quale ha portato allo scoperto tutto quello che non sapevo. […] La verità è che nei dossier preparati non c’erano queste cose, perché la maggior parte delle persone qui non lo sapeva, nessuno dei miei collaboratori, neppure il Segretario di Stato e l’incaricato dei rapporti con gli Stati le sapeva. Ma il Signore ci aiuta, ha visto, si sta lavorando bene, persino il dialogo con le persone vittime di abusi in Cile prosegue bene.”
Dopo aver spiegato perché l’originario consiglio dei cardinali C9 è ancora a sei e difeso i suoi membri sul loro operato, Papa Francesco si è soffermato su alcuni casi specifici, quello del vescovo argentino Zanchetta e del cardinale francese Barbarin, spiegando a fondo per la prima volta come sono andate le cose. La giornalista non poteva non chiedere del suo silenzio in seguito alla dichiarazione dell’ex nunzio Carlo Maria Viganò sulla vicenda del cardinale McCarrick.
“Questo caso di Viganò, non avevo letto tutta la lettera, l’ho vista un po’… e già so che cos’è, e ho preso una decisione: confido nell’onestà dei giornalisti. E vi ho detto: «Guardate, qui avete tutto, studiate e traete voi le conclusioni». […] Ho taciuto, perché avrei dovuto gettare fango. Che siano i giornalisti a scoprirlo. E voi l’avete scoperto, avete trovato tutto quel mondo. È stato un silenzio basato sulla fiducia in voi. […] E il risultato è stato buono, meglio che se mi fossi messo a spiegare, a difendermi. […] Gesù rispondeva sempre, anche ai nemici quando lo provocavano, «si può fare questo, quello», per vedere se cadeva nella provocazione. E lui in quel caso rispondeva. Ma quando divenne accanimento il Venerdì Santo, l’accanimento della gente, tacque. Al punto che lo stesso Pilato disse: «Perché non mi rispondi?». Ossia, di fronte a un clima di accanimento non si può rispondere. E quella lettera era un accanimento, come voi stessi vi siete resi conti dai risultati.”
A questo tema sono legati l’incontro La protezione dei minori nella Chiesa e le nuove leggi contro gli abusi sessuali. L’intervistatrice solleva la questione che molti vescovi non abbiano la volontà di incontrare le vittime, come richiesto dal Papa, e la difficoltà di denuncia dei sacerdoti. Papa Francesco risponde che la sua politica è aprire processi, in questo caso di guarigione, cura e correzione. Alla critica di aver fatto riferimento al diavolo quando in un suo discorso ha affrontato il tema della pedofilia, ha replicato che non riuscirebbe a spiegarla se non vedendo lo spirito del male che entra nei colpevoli. L’intervista è proseguita sollevando altri aspetti che caratterizzano la visione del pontificato di Papa Francesco, come il fatto che a molti sembra che si interessi più delle persone lontane che dei “suoi”.
“È un complimento per me! È quello che faceva Gesù, e lo accusavano di questo. E Gesù dice: del medico hanno bisogno i malati, non i sani, quelli che sono lontani. Accusavano Gesù continuamente: va con i peccatori, mangia con i peccatori, si unisce ai monchi… Non preferisco, no. Ma priorità sì. […] Se hai già qualcuno in casa che si prende cura di te, vado a cercare gli altri. Mi assicuro che anche gli altri siano accuditi e vado a cercarne altri ancora. Se un pastore non cura bene quelli di dentro, lo sgrido.”
Uno dei temi prioritari del Papa è quello dei migranti e dei rifugiati, che alcuni criticano perché metterebbe in secondo piano altri valori come la difesa della vita. Francesco replica che ne parla così tanto perché nel mondo di oggi è una priorità.
“Dei migranti dico: primo, che bisogna avere il cuore per accoglierli, secondo, che «li accogliamo e poi li lasciamo», no: bisogna accompagnare, promuovere e integrare. È un intero processo. E ai governanti dico: vedete fino a che punto potete. Non tutti i Paesi possono. E a tal fine è necessario il dialogo e che si mettano d’accordo. […] Quel che accade è che tra Paesi non si dialoga, tra i paesi si mettono frontiere; è chiaro, chi soffre? I più deboli, che sono i migranti.”
Papa Francesco ha voluto sottolineare che della vita continua a parlare, dicendo cose molto dure sull’aborto. Anche il suo relazionarsi con persone in situazioni “irregolari” suscitano incomprensioni, ad esempio quando ha incontrato in Vaticano un transessuale o una donna argentina divorziata che ha poi dichiarato che il Papa le aveva detto che poteva fare la comunione.
“A volte la gente per l’entusiasmo di essere ricevuta dice più cose di quelle che ha detto il Papa, non lo dimentichiamo. Chiaro, un rischio. Ma tutti sono figli di Dio, tutti siamo figli di Dio. Tutti. E io non posso scartare nessuno. […] Non posso nemmeno dire a una persona che la sua condotta è in sintonia con quanto la Chiesa vuole, non posso farlo. Ma devo dirle la verità: «Sei figlio di Dio e Dio ti ama così, ora, veditela con Dio».”
La giornalista prosegue riferendosi al paradosso tra la grande popolarità di Papa Francesco, cosa che a suo malincuore gli impedisce di girovagare per le strade, e la crisi che sta vivendo la Chiesa.
“Credo che la Chiesa stia cambiando, lo dimostrano i tentativi di riforma che stiamo facendo, che si fanno, che non sono merito mio. Questo è stato chiesto da tutti i cardinali al Papa che stava per essere eletto. Ossia, colui che stava lì, che stava per diventare Papa, ha ascoltato tutto. E nel mio caso non faccio che mettere in moto quello che loro mi hanno chiesto, cioè coscienza di queste crisi della Chiesa. Però le crisi sono anche di crescita; per me è una crisi di crescita, dove bisogna aggiustare certe cose, promuoverne altre e andare avanti, avanti in questo aspetto.”
Infine, viene affrontato il grande tema del dialogo interreligioso, in particolare l’avvicinamento al mondo dell’Islam, e della geopolitica, con il grande sogno della Cina.
“L’islam è entrato di nuovo in Europa, siamo realisti. L’islam è una realtà che non possiamo ignorare. In alcuni Paesi dell’Africa gli islamici e cristiani vivono come amici, sono molto amici. […] Certo che l’islam è ferito fortemente da gruppi estremisti, da gruppi intransigenti, fondamentalisti. Anche noi cristiani abbiamo gruppi fondamentalisti, piccoli gruppi fondamentalisti, che non sono guerriglieri ovviamente. Ma ci sono. Bisogna aiutarli con la vicinanza, perché mostrino il meglio che hanno, che non è certo la guerriglia.”
Leggi qui il testo completo dell’intervista a Papa Francesco
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