In Darjeeling, il Salesian College di Sonada e la Rimpocha Tea hanno dato vita a un progetto di formazione per ragazze a rischio.
In Darjeeling, il Salesian College di Sonada e la Rimpocha Tea hanno dato vita a un progetto di formazione per ragazze a rischio.
Le colline indiane del Darjeeling, situate nel West Bengal, sono famose in tutto il mondo per la qualità delle foglie di tè che vengono qui coltivate. Decine e decine di piantagioni coprono una vasta area e, su questi diciannovemila ettari, lavorano più di cinquantaduemila persone tra raccoglitori e trasformatori delle foglie. Attirati dalle possibilità di lavoro, molti migranti di povere origini, provenienti da altri territori indiani, arrivano nel Darjeeling. Ma gli impieghi garantiscono non di rado bassi stipendi e sfociano nello sfruttamento.
Come riporta AsiaNews, secondo le organizzazioni che combattono il traffico di esseri umani, ogni anno almeno quattrocento ragazze sono sfruttate nelle piantagioni con l’offerta di facili guadagni e scambiate tra aziende. I criminali scelgono le zone dove fame e povertà sono più elevate ed evitano quelle presidiate da scuole e strutture sanitarie. Per questo, il Salesian College di Sonada ha attivato un lungimirante progetto per prevenire il traffico di giovani donne.
Il college salesiano, che si trova nel villaggio di Gorabari dal 1938 e ha tra i suoi studenti oltre il 95% di locali, ha pensato di offrire corsi di formazione a ragazze adolescenti a rischio, stipulando un accordo con un’azienda di tè, la Rimpocha Tea, con sede a Siliguri. P. George Thadathil, il preside dell’istituto, dichiara: «L’educazione e la formazione delle competenze sono l’unica soluzione per evitare che le ragazze diventino preda di trafficanti di esseri umani, che le seducono con false promesse di guadagni veloci e future migliore».
L’azienda di tè appartiene a Rajah Banerjee, discendente da una lunga dinastia di coltivatori nel Darjeeling e pioniere dell’agricoltura sostenibile nella regione. Egli spiega: “Rimpocha non è solo tè, ma anche una filosofia di vita che si basa su cinque pilastri di sostenibilità: terreno sano, donne economicamente indipendenti, concime biodinamico e combustibile dalle vacche sacre, prezzi giusti e commercio per i coltivatori emarginati, assistenza tecnologica per la vendita diretta dei loro prodotti”. Grazie all’impegno del college cattolico e alla disponibilità di persone come Banerjee, sfruttamento e povertà possono essere messe ai margini.
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