Nella capitale dell’Indonesia, l’arcidiocesi fornisce un aiuto a una delle comunità più emarginate dalla società.
Nella capitale dell’Indonesia, l’arcidiocesi fornisce un aiuto a una delle comunità più emarginate dalla società.
L’arcidiocesi di Jakarta ha da poco aperto un nuovo fronte missionario: la cura pastorale della comunità transgender. Attraverso i volontari della Lembaga Daya Dharma Keuskupan Agung Jakarta, organizzazione umanitaria diocesana, sono state messe in atto diverse iniziative a favore di uno tra i gruppi più emarginati nella società indonesiana: formazione professionale, attività sociali, gruppi di ascolto ed assistenza psicologica.
In origine, l’idea di prendersi cura di queste persone l’ha avuta la parrocchia di Santo Stefano a Cilandak (South Jakarta), il cui parroco, il gesuita p. Wardjito, ha dato vita a un programma per orientare, sostenere e sviluppare le potenzialità di individui in difficoltà. Il sacerdote ha dovuto vincere l’iniziale resistenza di parte della comunità. Infatti, la discriminazione verso i transessuali è molto forte, soprattutto tra i gruppi musulmani più intransigenti. Ma, con il passare del tempo, il nuovo e sorprendente impegno dei cattolici ha coinvolto nelle attività della parrocchia sempre più questa comunità ai margini della società.
L’iniziativa, i cui risultati sono stati molto positivi, è stata poi fatta propria dall’arcidiocesi per ampliare il piano d’azione. La volontaria Irene Sheila Hardjanto, presidente del Gruppo di preghiera Madre Teresa, ha detto ad AsiaNews: «Sui social media è nato un movimento pastorale che ha coinvolto decine di comunità non parrocchiali dell’arcidiocesi. Vi sono persone che hanno offerto il proprio contributo, nonostante dubbi e preoccupazioni: le tematiche Lgbt in Indonesia sono sempre fonte di controversie». A Jakarta, la popolazione transgender è stimata in circa 8.000 unità e circa 1.300 di queste sono cattoliche o protestanti. Spesso rifiutati dalla famiglia e a rischio prostituzione, i transessuali hanno trovato un luogo dove avere un aiuto e una formazione professionale.
Il passaparola su internet ha richiamato l’attenzione dell’uomo d’affari cattolico Irwan Hidayat, proprietario della più importante azienda indonesiana di farmaci a base di erbe, che ha elargito un sostanzioso aiuto economico e messo a disposizione strutture per portare avanti i progetti della nuova missione pastorale. Anche Mama Yulie, il cui vero nome è Yulianus Rettoblaut, a capo del Forum per la Comunicazione tra i Transessuali Indonesiani, ha espresso apprezzamento per l’iniziativa dell’arcidiocesi, dicendo che l’aiuto fornito alla loro comunità è fonte di grande gioia.
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