Il quartiere cristiano della città pakistana era stato oggetto di un’ondata di violenza per un presunto caso di blasfemia.
Il quartiere cristiano della città pakistana era stato oggetto di un’ondata di violenza per un presunto caso di blasfemia.
Stanno lentamente riaprendo le chiese, le cappelle e le sale di culto della città pakistana di Jaranwala che il 16 agosto sono state oggetto di una distruttiva ondata di violenza contro il quartiere cristiano, scatenata da una presunta accusa di blasfemia nei confronti di un cristiano analfabeta. Appartenenti all’Esercito della Salvezza, alla Chiesa cattolica, a quella presbiteriana o a denominazioni indipendenti, gli edifici sacri sono già in via di restauro grazie al pronto intervento del governo del Punjab che ha disposto i finanziamenti per la ricostruzione. Il governo provinciale sta anche aiutando economicamente le centinaia di famiglie colpite dal brutale attacco.
Come riporta AsiaNews, in occasione dell’incontro di preghiera tenutosi la settimana scorsa nella chiesa cattolica del quartiere cristiano di Essa Nagri a Jaranwala dopo che l’edificio è stato ripulito, tinteggiato e arredato, l’arcivescovo di Lahore Sebastian Shaw aveva detto: «Abbiamo ringraziato Dio perché, anche nella sofferenza, si fa presente accanto a noi. Nella chiesa già rinnovata e agibile, abbiamo pregato per la pace con tanti fedeli, insieme con i capi musulmani seduti l’uno accanto all’altro, e con tanti uomini di buona volontà, che vogliono costruire la pacifica coesistenza di religioni diverse nella società».
Dei ventisei edifici sacri danneggiati, bruciati o vandalizzati, quattro chiese sono già state restaurate e stanno riaprendo al culto. Su entrambi i lati delle strade ci sono però anche circa ottocento case bruciate, che hanno reso oltre tremila cittadini delle persone senzatetto. Le famiglie cristiane che vi abitavano, aiutate da numerosi volontari e religiosi, cercano con fatica e pazienza di restaurarle e ripulire la zona.
Dal punto di vista del dialogo interreligioso, il Pakistan Ulema Council e la Chiesa anglicana del Pakistan hanno istituito un comitato per affrontare insieme l’incidente e promuovere l’armonia contrastando gli estremismi. Anche perché, nel ricostruire la vicenda, si parla di una falsa accusa di blasfemia da parte di cristiani nei confronti di altri cristiani che avrebbero gettato pagine del Corano, forse causata dal sospetto di un tradimento, ma anche degli appelli all’azione usciti dagli altoparlanti della moschea. Dalle macerie potrebbe nascere una nuova spinta verso una convivenza più pacifica.
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