A Kasindi, nella Repubblica Democratica del Congo, un attentato terroristico ha ucciso venti fedeli pentecostali.
A Kasindi, nella Repubblica Democratica del Congo, un attentato terroristico ha ucciso venti fedeli pentecostali.
A mezzogiorno di una domenica di festa, nella chiesa pentecostale di Kasindi, nel nord est della Repubblica Democratica del Congo, un centinaio di persone si erano radunate per celebrare un battesimo. È bastato un attimo e la gioia dei fedeli dell’ottava Communauté des Églises Pentecôtistes du Congo si è trasformata in una tragedia. La fortissima esplosione di una bomba artigianale ha sconvolto il rito, uccidendo diciassette persone e ferendone una ventina. Le immagini dell’accaduto, particolarmente crude, mostrano la disperazione della gente tra i banchi della chiesa, dove scene violente hanno colpito adulti e bambini terrorizzati.
È accaduto domenica 15 gennaio 2023 nel Nord Kivu, al confine con l’Uganda, in una zona oggi molto pericolosa. Come riporta l’Agenzia S.I.R., don Giovanni Piumatti, missionario fidei donum in queste terre per oltre cinquant’anni, ha detto che «Siamo nella regione più pericolosa e martoriata del Paese, dove imperversano ogni giorno decine di milizie armate». Infatti, il giorno successivo l’attentato è stato rivendicato dall’Iscap, il ramo dell’Isis che opera in Africa Centrale. Come scrive Vatican News, i terroristi hanno dichiarato che «I combattenti dello Stato Islamico sono riusciti a piazzare e far esplodere una bomba all’interno di una chiesa cristiana nella città di Kasindi» prendendo di mira «una grande folla di cristiani che stavano compiendo riti domenicali». Il loro obiettivo è stato dimostrare che l’attacco è «un’ulteriore prova dei fallimenti delle recenti campagne militari delle forze del Congo e dei loro alleati per garantire la sicurezza dei cristiani».
Proprio la Repubblica Democratica del Congo è il Paese che sarà visitato dal prossimo 31 gennaio da Papa Francesco, nel viaggio apostolico che poi lo porterà in Sud Sudan. Il pontefice, però, non si fermerà a Goma, il capoluogo del Nord Kivu, per l’avanzare della guerriglia e l’alta pericolosità dell’area. Commentando questa scelta, l’attivista congolese John Mpaliza ha detto: «Se il Papa non va nel Nord Kivu è evidente che lì c’è l’inferno!».
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