La Chiesa dello stato indiano si è opposta all’impattante progetto del governo locale per salvaguardare diritti ed ecosistema.
La Chiesa dello stato indiano si è opposta all’impattante progetto del governo locale per salvaguardare diritti ed ecosistema.
L’arcidiocesi di Thiruvananthapuram, nello stato indiano del Kerala, questo mese si è apertamente scontrata contro il governo locale in merito al progetto di costruire un nuovo grande porto nella località di Vizhinjam. La volontà di realizzare un approdo marittimo in acque profonde e un terminal per il trasbordo dei container ha suscitato le proteste dei pescatori del luogo, sostenuti anche dalla Conferenza episcopale del Kerala. Il supporto della Chiesa mira a salvaguardare i loro diritti e l’ecosistema, contro un capitalismo al servizio di pochi.
Nel giorno in cui il capo del governo Pinarayi Vijayan si è recato nella località a distribuire sussidi a un centinaio di famiglie colpite dall’erosione costiera, i pescatori hanno tenuto una marcia di protesta per rinnovare la richiesta di fermare il progetto ed effettuare uno studio di impatto ambientale adeguato. La diocesi li aveva invitati a boicottare la cerimonia governativa e per questo è stata attaccata da Vijavan, che ha sostenuto che la popolazione sia d’accordo con la decisione. Ad AsiaNews, p. Paul Thelakat, direttore del giornale cristiano Light of Truth, ha dichiarato:
«Il capo del governo del Kerala sembra dimenticare che il progetto del nuovo porto marittimo è per la gente e non per le aziende. È fattibile solo se apporta benefici sostanziali al benessere della popolazione. Inoltre, le persone sradicate dai loro luoghi devono essere reinsediate in modo sicuro e i loro mezzi di sostentamento devono essere salvaguardati. Oggi, il progresso e lo sviluppo sono destinati principalmente alle aziende e ai governanti e non alla gente».
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