Kerala, la Chiesa cattolica sostiene le proteste degli agricoltori

I vescovi si sono schierati apertamente contro il governo locale in merito ai prezzi troppo bassi dei prodotti agricoli.

«Il settore agricolo sta arretrando considerevolmente e i contadini sono diventati il gruppo che mostra più sofferenza. Non si vedono provvedimenti dello Stato che possano risolvere i problemi come il calo del prezzo dei prodotti agricoli sui mercati, gli attacchi di animali selvatici e le tasse loro imposte. Se non si avrà un intervento tempestivo, per trovare soluzioni i contadini dovranno impegnarsi in azioni rivendicative, unendo le loro diverse associazioni». Lo ha detto l’arcivescovo di Thamarassery, monsignor Remigiose Incananiyil, parlando della situazione degli agricoltori nello stato del Kerala, all’estremo sud dell’India.

Come riporta Avvenire, i problemi che mettono in sofferenza i contadini e in difficoltà i consumatori sono molteplici: alla crescita esagerata dei prezzi dei prodotti agricoli (quest’estate i pomodori sono raddoppiati nel giro di un paio di settimane) corrisponde un crollo dei prezzi imposti agli agricoltori. A ciò si aggiungono un incremento del costo della gomma e un’incomprensibile incentivazione al consumo di alcolici. Ad essere duramente e coraggiosamente criticati sono i provvedimenti del governo statale, tanto che la Chiesa locale si è schierata con chi protesta legittimamente.

Sessantuno associazioni di agricoltori sono state ospitate nel Centro di pastorale e orientamento missionario di Vellimadukunnua a Kazhikode e la Chiesa del Kerala (la più grande dell’India con oltre sei milioni di cattolici) ha osservato il 17 agosto la Giornata del tradimento dei contadini, nel giorno in cui prende il via il Chingam, il festival tradizionale che inaugura la nuova stagione dei lavori agricoli. Questi sono segnali tangibili del suo coinvolgimento nei problemi dei contadini, contro i governi sia nazionale sia locale che da tempo mantengono un atteggiamento passivo.