Laos, demolita una casa dove si stava tenendo la funzione domenicale

In un villaggio le autorità locali hanno attaccato le famiglie cristiane lì riunite anche bruciando le Bibbie.

La prima domenica di febbraio, la piccola comunità cristiana del villaggio di Kaleum Vangke, nella provincia di Savannakhet, si era riunita per celebrare la funzione del giorno di festa all’interno di un’abitazione privata. La chiesa domestica, affiliata alla Chiesa evangelica del Laos (il cristianesimo è una delle quattro religioni riconosciute dal regime comunista assieme a buddismo, islam e baha’i), è stata però presa di mira da alcuni membri di spicco del villaggio, che il mese prima avevano minacciato delle famiglie intimandogli di smettere di tenere le funzioni domenicali. Per impedire a queste di eseguire i loro riti, essi hanno fatto irruzione con la forza, racconta AsiaNews.

Un fedele presente, che si è esposto con la garanzia dell’anonimato per la paura di subire ritorsioni, ha denunciato a Radio Free Asia che «Le autorità del villaggio sono venute qui e hanno demolito la nostra casa intorno alle 10:30 di domenica mattina. Le autorità, tra cui il capo villaggio, le guardie di sicurezza e i membri anziani del villaggio, ci hanno attaccato all’improvviso e hanno distrutto il nostro luogo di culto», perché «non vogliono che i nostri fratelli e sorelle cristiani venerino Dio». La folla di assalitori ha anche bruciato Bibbie e documenti.

Nonostante la denuncia, sinora le autorità non sono intervenute, anche se la polizia del distretto di Xonboury ha dichiarato che si sta occupando dell’aggressione. Le persecuzioni contro i cristiani dunque continuano, aggiungendosi a una serie di aggressioni e azioni legali in uno stato guidato dal partito unico nel quale, in teoria, una legge nazionale garantisce la libertà religiosa. I due terzi della popolazione di sette milioni di abitanti sono buddisti, mentre i cristiani sono circa il due percento della popolazione, di cui un terzo cattolici.

I protestanti sono particolarmente presi di mira dagli attacchi a sfondo confessionale. In passato, ci sono stati casi di contadini privati del cibo a causa della loro fede e di pastori arrestati dalle autorità. Proprio a Kaleum Vangke, nel 2020 il pastore Sithong Thipphavong è stato ritenuto colpevole di aver causato disordine sociale e di aver rotto l’unità del villaggio perché si è rifiutato di denunciare il suo credo. Multato e incarcerato, è stato liberato addirittura dopo un anno. Purtroppo, questi episodi di repressione continuano.