La Parola divina non è una lingua come l’italiano, ma un linguaggio e la Bibbia è il grembo che ci consente di ascoltarlo.
La Parola divina non è una lingua come l’italiano, ma un linguaggio e la Bibbia è il grembo che ci consente di ascoltarlo.
Nell’età moderna, sono sorti dei problemi nel leggere la Bibbia da un punto di vista esegetico, teologico e spirituale. Affrontarla in modo letterale, storico e critico, però, rischia di far emergere un significato della rivelazione che sia giustapposto o una semplice ripetizione delle parole scritte. Bisogna dunque considerarla come un corpus testuale, realizzato una parte dopo l’altra come un corpo si forma un organo dopo l’altro. La sua creazione è stata una gestazione fatta di stesure, rielaborazioni, aggiunte, come un corpo che cresce nel grembo materno. In questo senso, la Scrittura non è la lingua di Dio. Essa, infatti, è scritta nelle lingue che conosciamo. Eppure, esiste un linguaggio di Dio e assomiglia alla lingua materna, scrive il teologo Pierangelo Sequeri sul blog dell’editrice Queriniana.
«Che cos’è la lingua materna? È la funzione che ci introduce nel linguaggio umano, soprattutto (ma non solo) nella fase iniziale, quando si è ancora nel grembo materno. La lingua materna non è il francese, l’italiano… Solo molto più tardi impariamo che la lingua materna si è servita, ad esempio, dell’italiano perché siamo nati in Italia. Essa, tuttavia, non è una lingua, eppure è un linguaggio». Se sentiamo un bambino piangere, a prescindere dal suo idioma comprendiamo cosa sta comunicando. Ciò significa che la lingua materna, di cui una madre è esperta, fa nascere in noi la capacità di abitare il linguaggio umano, abilitata nella gestazione che crea un essere umano. Tutto ciò è reso possibile perché il Signore ci ha resi adatti, perché siamo tutti Sue creature.
«Quando noi credenti diciamo che la parola di Dio non si risolve nel corpo testuale degli scritti e allo stesso tempo senza questo corpus evapora, si dissolve, si corrompe, parliamo della lingua materna. Parliamo di quella gestazione, della lingua di Dio come lingua materna». Questo vuol dire che il testo biblico non è codificabile come normalmente si fa con una lingua, ma è intelligibile, in quanto Dio ci ha resi capaci di intendere il Suo linguaggio all’interno del linguaggio umano. Quando lo interroghiamo il corpus biblico è capace di risponderci nel linguaggio di Dio e lo fa dandoci una rivelazione che va oltre il significato dei vocaboli in cui è scritto. «La parola di Dio non è una lingua, ma un linguaggio e la Bibbia è il grembo che ci consente di ascoltare questo linguaggio».
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