I single vanno valorizzati: anche Gesù lo è stato

In un rapporto della Chiesa anglicana sulla famiglia, tra tante riflessioni viene affrontato il tema delle persone single.

«L’essere single di Gesù dovrebbe garantirci di mantenere assolutamente il valore della vita da single e la sua completezza come un diritto accanto all’uguale valore della vita coniugale per coloro che la scelgono». È ciò che è scritto nel rapporto L’amore conta, voluto dagli arcivescovi anglicani di Canterbury e York per esplorare ciò di cui le famiglie e i nuclei familiari di ogni forma e dimensione hanno bisogno per fiorire nella società contemporanea e in quella del futuro. Il lungo documento affronta tantissimi aspetti relativi a questo argomento e, tra di essi, c’è la condizione delle persone che vivono da sole.

La commissione che ha realizzato la ricerca, insediatasi nel marzo 2021, ha individuato alcuni messaggi chiave sull’argomento, come «La singletudine è una realtà che la maggior parte delle persone affronta ad un certo punto della propria vita. Per alcuni questo può essere per lunghi periodi. La singletudine, sia per scelta che per circostanza, necessita di essere riconosciuta dalla società e dalla Chiesa d’Inghilterra, da altre chiese e comunità di fede, in modo che le persone single abbiano un ruolo pieno nella vita della società e delle nostre chiese» e «Onora la singletudine e le famiglie di una sola persona, riconoscendo che le relazioni d’amore contano per tutti».

Nel paragrafo intitolato “Valorizzare la singletudine”, viene detto che bisogna riconoscere il fatto che un numero crescente di adulti non vivono in una relazione intima di coppia o all’interno di un gruppo familiare per scelta personale, perché non hanno ancora conosciuto un compagno o una compagna di vita, per separazione, divorzio o morte. Per la commissione, l’essere single viene ancora visto come un modo di vivere inferiore rispetto all’avere una famiglia, magari con figli, generando così emarginazione. Ma tutti, siano essi sposati, conviventi o single, dovrebbero essere valorizzati, sostenuti e valutati nei loro diritti alla pari, per dare loro un posto a pieno titolo nella Chiesa e nella società.

La questione che ha suscitato attenzione è l’aver accostato questa riflessione col fatto che «Gesù, l’unico essere umano perfetto, è rimasto single, ma è morto completamente realizzato». La sua condizione è stata insolita, perché ai tempi ci si aspettava che tutti si sposassero, ricorda il rapporto. Bisogna dunque tenere in considerazione che l’impegno nei confronti di Dio ha «la priorità sull’impegno nei confronti della famiglia», come disse Cristo: «chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre» (Mt 3,35). Per la commissione, dunque, «il matrimonio non è necessario per essere completi, ma i rapporti con gli altri certamente lo sono». Le relazioni familiari sono certamente molto importanti, ma sia la vita coniugale che l’essere single sono un dono.