“Lux” di Adolfo Wildt mostra come, nonostante le sofferenze della vita, possiamo rischiarare anche la notte più buia.
“Lux” di Adolfo Wildt mostra come, nonostante le sofferenze della vita, possiamo rischiarare anche la notte più buia.
Due stelle stilizzate sigillano gli occhi della Madonna, stelle che riempiono anche il velo che le copre la testa. In questa scultura in marmo del 1920, Adolfo Wildt sembra mostrarci come non sia possibile entrare direttamente in contatto con lo sguardo di Maria, non sia possibile comprendere realmente quello che lei ha visto, come si legge sul sito della Pastorale giovanile della diocesi di Treviso. L’artista, dunque, dichiara che non può esprimere tutto ciò, rispettando il riserbo che rende la Vergine madre di Dio. Riguardo a quest’opera, un critico dell’epoca parlava infatti di «occhi soprannaturali e irriproducibili della Madonna».
Questa scultura di circa trenta centimetri si inserisce nel clima simbolista che negli anni del Primo Dopoguerra stava andando esaurendosi. Il velo intessuto di stelle è presentato non in modo realistico, ma con un decorativismo che rimanda a quello di Klimt e alle icone ortodosse dove il volto della figura sacra emerge da un’argentea riza cesellata. Invece il viso schematico, emaciato e con quella dolorosa bocca aperta, si avvicina più a un linguaggio espressionista alla Munch, creando un contrasto tra la grazia decorativa e l’intensità espressiva.
Tutte queste stelle ci ricordano che la Madonna è anche chiamata Stella Maris, ovvero colei che mostra la direzione ai naviganti, un attributo affine a odighìtria, colei che indica la via. La Vergine ci è sempre accanto per orientare il nostro cammino e per ricordarci che «tutti abbiamo sofferenze che gli altri non possono vedere, non possono capire, non possono portare». Ma il dolore che lei ha patito è universale e condiviso, per cui se tutti ci uniamo possiamo affrontarlo, come tante stelle che rischiarano anche la notte più buia.
Il titolo dell’opera, Lux, ci spiega dunque il significato profondo di questo volto: Maria è colei che dà alla luce il Figlio di Dio, è colei che dà la luce. Lo ha fatto e lo fa perché ha detto “sì” alla vita, con un atto di fiducia e speranza, nonostante le fatiche e le sfide. Anche noi siamo chiamati ogni giorno a comprendere quando è il momento di dire “sì”, nella consapevolezza che una parola così breve possa portare a esiti più grandi di quello che immaginiamo. Solo dopo aver accolto la missione che ci viene chiesta riusciamo a dare la luce a chi ci sta accanto.
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