Il matrimonio tra battezzati non credenti non è sacramentale

Se non si percepisce, per mancanza di fede, l’intenzione di contrarre un matrimonio cristiano, non si dovrebbe celebrare il rito.

«La dottrina cattolica sostiene che il matrimonio è una realtà naturale, che appartiene all’ordine della creazione (cf. Gn 2,24). Gesù Cristo ha elevato questa realtà naturale a sacramento. Perciò, affinché si dia un matrimonio sacramentale, deve darsi anche un matrimonio naturale. Per la Chiesa, […] i beni del matrimonio naturale, che fanno sì che si tratti di un vero matrimonio, sono gli stessi beni del matrimonio sacramentale. E sono: l’indissolubilità, la fedeltà e la procreazione. […] La domanda che ci poniamo è se l’assenza consistente di fede, propria di coloro che si possono chiamare “battezzati non credenti”, pregiudica la loro comprensione del matrimonio. Soprattutto, tenendo presente che in molti luoghi la comprensione socialmente condivisa circa il matrimonio, compresa quella legalmente stabilita, non si regge sull’indissolubilità (per sempre), la fedeltà (l’esclusività e il bene del coniuge) e la procreazione (aperta alla discendenza). […] Nel caso dei “battezzati non credenti” l’intenzione di contrarre vero matrimonio naturale non risulta garantita. Senza matrimonio naturale non c’è realtà che possa essere elevata a matrimonio sacramentale: non c’è matrimonio sacramentale.»

Su Vatican News, padre Gabino Uríbarri Bilbao commenta la parte dedicata al matrimonio nel nuovo documento della Commissione Teologica Internazionale La reciprocità tra fede e sacramenti nell’economia sacramentale, uscito dopo una serie di dibattiti sul tema che si sono susseguiti dal 2014. Il testo vuole mettere a fuoco il fatto che la reciprocità tra fede e sacramenti quali il battesimo, la cresima, l’eucarestia e il matrimonio si trova oggi in crisi nella pratica pastorale. Quasi un quarto del documento è dedicato al valore sacramentale del matrimonio tra battezzati non credenti.

Anche se il battesimo è il sacramento della fede, la situazione paradossale dei battezzati non credenti è diffusa. Quando questi chiedono di sposarsi in chiesa, sono da evitare due errori pastorali. Uno riguarda il pretesto “teologico” che ogni matrimonio tra due battezzati è di per sé sacramentale, perché non si può prescindere dalla fede personale e, così facendo, si arriva a celebrazioni menzognere e poco edificanti. L’altro è la pretesa di un certo grado di fede, perché spetta al pastore soffiare sulle braci forse nascoste sotto le ceneri.

Il rituale del matrimonio dice: «I pastori, guidati dall’amore di Cristo, accolgano i fidanzati e in primo luogo ridestino e alimentino la loro fede: il sacramento del matrimonio infatti suppone e richiede la fede» (Praenotanda § 16). Nel Catechismo della Chiesa Cattolica si definisce così il matrimonio: «Il patto matrimoniale con cui l’uomo e la donna stabiliscono tra loro la comunità di tutta la vita, per sua natura ordinata al bene dei coniugi e alla procreazione e educazione della prole, tra i battezzati è stato elevato da Cristo Signore alla dignità di sacramento» (§ 1601). Nel primo si menziona la fede come requisito, nel secondo no.

«Quello che si prospetta è un compito delicato per i pastori e per tutti gli agenti implicati nella pastorale matrimoniale, nell’aiutare i futuri coniugi a crescere nella propria fede verso ciò che significa il matrimonio. […] È compito dei pastori condurre il discernimento in ogni caso concreto. […] Se non si percepisce, per mancanza di fede, l’intenzione di contrarre un matrimonio naturale, non si dovrebbe celebrare il rito sacramentale. Dobbiamo essere ben coscienti del fatto che la Chiesa facilita molto l’accesso al sacramento del matrimonio, per un verso, e però ha del matrimonio, per altro verso, un concetto altissimo, che comporta esigenze molto elevate.»

Misurare la fede non è possibile, però si può vedere se si manifesta mediante, ad esempio, la confessione di fede o la carità. Ed è possibile giudicare l’intenzione. Nel caso dei battezzati non credenti, si può vedere chi dopo il battesimo non ha mai aderito personalmente alla fede e chi coscientemente l’ha rinnegata.