Nella parrocchia de La Concordia i missionari hanno radicato la loro presenza pastorale dopo aver imparato l’idioma indigeno.
Nella parrocchia de La Concordia i missionari hanno radicato la loro presenza pastorale dopo aver imparato l’idioma indigeno.
Negli ultimi trent’anni, in Messico i padri missionari del Pime sono riusciti a portare con successo la Buona Novella in diversi villaggi mixtechi. Come racconta Mondo e Missione, dal 1992 a Cuanacaxtitlán, Yoloxochitl, Arroyo Cumiapa e nelle trentaquattro comunità che compongono la parrocchia de La Concordia, nell’arcidiocesi di Acapulco, la loro presenza evangelizzatrice e il loro ministero pastorale hanno mostrato agli abitanti locali, nella semplicità della vita quotidiana, un modo di vivere all’insegna dell’unità e del rispetto della persona umana.
Innanzitutto, i religiosi si sono impegnati a imparare la lingua madre di questi popoli, perché è grazie a essa che la Parola può arrivare più facilmente a toccare i cuori della gente del luogo. L’obiettivo di parlare di Gesù nell’idioma mixteco ha condotto alla pubblicazione di due grammatiche, che permettono ai presbiteri di sentirsi più vicini a loro. Così si è instaurato un bel rapporto, alla base anche dei miglioramenti nelle chiese, nella casa parrocchiale e nella casa delle suore che condividono con la missione.
Poi, hanno deciso insieme di costituire un momento di condivisione chiamato el cindetaño, che significa “uniti per lavorare”, dove vengono discussi i progetti comuni e ci si impegna a realizzarli. Qui ci si occupa, tra l’altro, del miglioramento dell’igiene, dell’alimentazione, della cura dei bambini, della promozione dell’alfabetizzazione, dell’introduzione dell’acqua potabile, delle cooperative di produzione. Lo scopo primario è quello di aiutare i mixtechi a essere protagonisti della loro vita e ad avere fiducia in sé stessi.
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