In un periodo in cui la moda è sempre più pervasiva e frenetica, persino gli abiti delle religiose sono diventati un modello.
In un periodo in cui la moda è sempre più pervasiva e frenetica, persino gli abiti delle religiose sono diventati un modello.
Negli ultimi anni, l’influenza della moda nella vita quotidiana è diventata sempre più pervasiva, in quanto nelle giovani generazioni c’è sempre più la necessità di autorappresentarsi e definirsi anche esteriormente agli occhi degli altri, complici i social network. Lasciando da parte i gravi problemi ambientali e sociali che la sovrapproduzione dell’industria dell’abbigliamento sta causando, questa tendenza ha portato alla nascita, alla riscoperta e al mescolamento di molteplici stili. In questo turbinio di fogge d’abiti, non si sa se possa stupire o meno il fatto che ci sia interesse per il «look da suora».
In un’intervista alla trentatreenne Federica Gervasoni, che lavora come consulente personale di stile e creatrice di contenuti per il profilo Instagram del mensile di moda Amica, si legge infatti che esiste «il “look da suora”, tutto sul blu navy, apparentemente castigato, ma molto equilibrato, tra maglioncino, gonna midi, derby paraboot e cappotto lungo». Quindi, per questo tipo di abbigliamento si fa riferimento a vesti morigerate, come le gonne lunghe sotto il ginocchio e le scarpe basse con le stringhe, in netto contrasto con altre correnti provocanti e sensuali. Certo, dice lei, questo non è il suo unico modo di vestirsi – come invece lo è per una religiosa –, ma fa riflettere il fatto che tra le sue tante ispirazioni ce ne sia una legata ai conventi.
D’altronde, l’attenzione per i modi di abbigliarsi in un’istituzione bimillenaria come la Chiesa c’è, se la mostra più visitata nella storia del celebre Metropolitan museum di New York è stata “Heavenly bodies: fashion and the catholic imagination” del 2018 (con il cardinale Gianfranco Ravasi intervistato per l’occasione da Vogue, la più autorevole rivista di moda del mondo).
Tornando all’interesse per i vestiti delle suore, due anni fa lo storico marchio di abbigliamento francese Chanel ha proposto una collezione di alta moda ispirata all’infanzia della fondatrice, Coco Chanel, che nel 1895 iniziò a studiare nell’abbazia di Aubazine gestita dalla congregazione del Sacro Cuore di Maria. La direttrice artistica della maison ha voluto ricreare per la sfilata il chiostro del complesso cistercense, dove le modelle hanno mostrato abiti castigati, ma ovviamente lussuosissimi, ispirati all’ambiente conventuale. Anche le vie dell’apparenza sono infinite.
Luca Frildini
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