Nel mondo un cristiano su sette è perseguitato o discriminato

Secondo la World Watch List 2025 sono oltre 380 milioni i cristiani oppressi a causa della loro fede, un numero in crescita.

Sono oltre 380 milioni i cristiani che sperimentano alti livelli di persecuzione e discriminazione a causa della loro fede, pari a un cristiano su sette nel mondo. Considerando i singoli continenti, si arriva a ben due ogni cinque in Asia e a uno ogni cinque in Africa. Lo afferma OpenDoors/PorteAperte nel suo report World Watch List 2025, che l’anno scorso ne segnalava 365 milioni. Col costante aumento degli ultimi anni, si è registrato il numero più alto da quando viene pubblicata la ricerca.

L’analisi monitora cento Paesi, ma prende in esame i primi cinquanta, dove si concentrano 310 milioni di fedeli di tutte le denominazioni cristiane perseguitati. Dal 2021, in queste nazioni il livello di persecuzione e discriminazione è molto alto o estremo, segno, con la scomparsa del livello alto, del declino della loro libertà religiosa. Nel periodo preso in esame, dall’1 ottobre 2023 al 30 settembre 2024, sono stati uccisi 4.476 cristiani (in diminuzione), arrestati senza processo e incarcerati in 4.744, vittime di abusi, stupri e matrimoni forzati in 3.944 (cifra in costante aumento), rapiti in 3.775, attaccati o chiusi 7.679 chiese ed edifici connessi (numero quasi dimezzato), attaccati 28.368 case e negozi.

La definizione di persecuzione non comprende solo questi atti violenti, ma qualsiasi ostilità quali pressioni e vessazioni in ogni sfera di vita di un cristiano: privata, ovvero il rapporto intimo con la propria fede; familiare, relativa al vivere la propria fede all’interno della famiglia; comunitaria, riguardante la vita pubblica e civile; della chiesa, quindi la vita religiosa comunitaria e le pubbliche espressioni di fede da parte delle comunità cristiane; nazionale, legata al sistema giuridico nel suo complesso.

I tredici Paesi con un livello di persecuzione e discriminazione definibile estremo sono, in ordine dal peggiore: Corea del Nord (sempre al primo posto da 23 anni, tranne che nel 2022), Somalia, Yemen, Libia, Sudan, Eritrea, Nigeria (epicentro di massacri con 3.100 vittime), Pakistan, Iran, Afghanistan, India, Arabia Saudita e Myanmar. In generale, si notano aumenti significativi nell’Africa Subsahariana ed effetti preoccupanti in Yemen e Myanmar, dove sono in corso guerre civili. In tutti gli stati dell’Asia Centrale peggiorano le condizioni dei cristiani per effetto di un crescente autoritarismo. Tutto ciò alimenta esodi e il fenomeno di una Chiesa profuga e clandestina.