Caritas India ha lanciato un programma per adattare le colture tradizionali agli effetti dei cambiamenti climatici.
Caritas India ha lanciato un programma per adattare le colture tradizionali agli effetti dei cambiamenti climatici.
Nel novembre 2017, Caritas India ha lanciato nella zona di Gorubathan, nel West Bengal, un programma pilota, il Wadi (frutteto) program, che aveva l’obiettivo di adattare le colture tradizionali agli effetti dei cambiamenti climatici e combattere lo spopolamento delle campagne provocato dall’aridità del suolo, sostenuto da un piano del Fondo per lo sviluppo tribale della Banca nazionale per l’agricoltura e lo sviluppo rurale.
Come racconta AsiaNews, è grazie a questa opportunità che Subash Tamang, abitante del villaggio di Nim Gumba Gaun, nel distretto di Kalimpong, è passato da essere un piccolo produttore di cardamomo a coltivatore di agricoltura integrata, cogliendo le potenzialità del suo terreno che era ormai arido e gli garantiva solo la sopravvivenza. Inoltre, con perseveranza è riuscito a coinvolgere tutte le trenta famiglie del suo villaggio, che ora non rischiano più la fame.
Subash Tamang coltiva diverse varietà di frutta e verdura (kiwi, mandarini, guava, broccoli, fagioli, peperoncini rotondi, pomodori e ravanelli) grazie alla formazione che ha ricevuto e ai semi che gli sono stati consegnati. Così, come anche per gli altri contadini, il suo reddito è aumentato fino a cifre che non si sarebbe mai sognato: 500.000 rupie all’anno, circa 6.500 euro.
In quest’area, le maggioranze tribali Tamang e Lepcha producevano unicamente cardamomo, ma in maniera costante dal 2015 il prezzo del prodotto ha subito continui crolli, causando un calo della produzione e costringendo tanti giovani a trasferirsi nelle grandi città. Per questo Caritas ha scelto questa zona per sperimentare il suo progetto di agricoltura integrata, che ha permesso l’abbandono della monocultura. Oggi, le famiglie di contadini, sparse su quindici villaggi, sostenute dal programma sono ben cinquecento.
Inoltre, Caritas ha creato dei comitati di villaggio che si occupano della pianificazione e che servono a garantire la distribuzione diretta dei prodotti sul mercato, evitando le spese per gli intermediari. Grazie a tutto ciò, i giovani rimangono, coinvolti dalla raccolta alla vendita dei prodotti agricoli.
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