A Kalaw, in Myanmar, la chiesa di Cristo Re dà ospitalità a giovani studenti in difficoltà, anche se sono buddisti o musulmani.
A Kalaw, in Myanmar, la chiesa di Cristo Re dà ospitalità a giovani studenti in difficoltà, anche se sono buddisti o musulmani.
In un paese dove convivono più fedi, l’accoglienza è alla base della convivenza. A Kalaw, nel centro del Myanmar, la chiesa di Cristo Re accoglie ogni giorno decine di ragazzi che, durante l’anno scolastico, hanno a disposizione un dormitorio che permettete loro sia di frequentare la scuola cattolica, sia di seguire i corsi di altri istituti superiori. All’Agenzia Fides, padre Lucas Maung Hla, giovane sacerdote birmano che è viceparroco, racconta:
«Ora ne abbiamo una quindicina. Sono ragazzi che abitano lontano e magari mancano di un genitore. Possono dunque dormire e mangiare qui e frequentare la nostra scuola che adesso conta 25 studenti. […] I dormitori della nostra scuola ospitano anche giovani buddisti o musulmani. Del resto, il messaggio del nostro Santo Padre Papa Francesco è aprirsi agli altri in pace.»
L’attenzione locale verso i bisogni dei giovani è iniziata con l’operato di padre Paul Paw, parroco per diversi anni a Kalaw, che diede avvio a un orfanotrofio e a un centro di accoglienza per ragazzi nella parrocchia dell’arcidiocesi di Taunggyi, la cui chiesa fu costruita negli anni Trenta dal padre missionario italiano Angelo Di Meo. Oggi, il luogo di culto accoglie ogni domenica circa quattrocento fedeli, provenienti dai villaggi attorno alla cittadina.
A Kalaw la maggioranza degli abitanti è buddista, come nel resto del Paese, e conduce un’esistenza in armonia con le altre fedi vivendo a fianco di musulmani (sia sunniti che sciiti), induisti, cattolici e protestanti. Per cui tra le case, accanto alla famosa pagoda buddista ricoperta di piccoli mosaici in vetro, si trovano, la moschea, il tempio sikh, la chiesa cattolica e quella battista. Intervistato da Fides, l’indiano Shankar conferma: «Quando ci sono le nostre feste religiose ci invitiamo a vicenda. E, ogni volta, la comunità che invita prepara il cibo per gli invitati secondo le regole alimentari della comunità ospite». Per fortuna, questa esperienza di convivenza interreligiosa non è l’unico esempio in Myanamar.
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