In un comunicato disapprova i casi già verificatisi e ricorda a parroci e rettori la norma pastorale che li vieta.
In un comunicato disapprova i casi già verificatisi e ricorda a parroci e rettori la norma pastorale che li vieta.
Il 22 giugno scorso, la diocesi di Napoli ha emanato questo comunicato sui matrimoni e i ricevimenti nuziali: «Pervengono, presso la Curia Arcivescovile ed anche agli stessi parroci, richieste per effettuare il ricevimento nuziale in locali attigui alla Chiesa deputata al rito sacramentale. Nel disapprovare casi già verificatisi, la Curia Arcivescovile, ad evitare confusione e disorientamento nei fedeli, ribadisce quanto prescrive il Direttorio diocesano, al quale sono tenuti ad attenersi parroci, rettori e presbiteri».
Il riferimento è al punto numero 150 delle Norme pastorali su alcuni aspetti della celebrazione dei sacramenti, promulgate dal cardinale Crescenzio Sepe nel 2010 quando era arcivescovo della città partenopea. Dove nel capitolo “Il matrimonio”, contenuto nella sezione intitolata “I sacramenti al servizio della comunione”, si trattano alcune questioni riguardanti le offerte, si legge: «Non è lecito mettere a disposizione i locali delle Opere parrocchiali e degli Istituti religiosi per ricevimenti nuziali».
Mons. Domenico Battaglia, arcivescovo metropolita di Napoli da circa un anno e mezzo, si è dunque sentito in dovere di ribadire una regola già esistente, visti anche gli appelli alla diocesi del Comitato Civico di Santa Maria di Portosalvo, che si occupa della salvaguardia e della tutela del patrimonio storico, artistico, architettonico, culturale, antropologico e sociologico dell’omonima chiesa e degli altri edifici sacri napoletani consacrati ma chiusi o non valorizzati.
Proprio la settimana prima dell’uscita del comunicato, inoltre, presso il Complesso monumentale Donnaregina, sede del museo diocesano, c’è stata la presentazione del libro Chiese chiuse dello storico dell’arte Tomaso Montanari alla presenza del vescovo. Il noto professore, che è stato a lungo docente alla locale università Federico II, pochi giorni fa ha applaudito la direzione presa da mons. Battaglia, dicendo che «L’uso dello spazio sacro per ospitare tavoli di ristoranti o buffet, per realizzare ricevimenti a pagamento, dove l’arte viene mercificata e la solennità degli arredi religiosi mortificata è […] inaccettabile» e che la volontà di mantenere il decoro dei siti di culto è «la strada giusta da intraprendere per il bene di tutti, fedeli e cittadini».
Associazione Rete Sicomoro | direttore Enrico Albertini
Via Fusara 8, 37139 Verona | P.IVA e C.F. 03856790237
Telefono 351 7417656 | E-mail info@retesicomoro.it
Privacy policy | © 2024 Rete Sicomoro