A Natale la testimonianza è stata resa manifesta e la legge è stata sigillata, poiché il segreto dei misteri è venuto alla luce.
A Natale la testimonianza è stata resa manifesta e la legge è stata sigillata, poiché il segreto dei misteri è venuto alla luce.
«Oggi un germoglio è spuntato dalla radice della casa di Iesse [cfr. Is 11,1; Rm 15,12] per fare da bastone al mondo invecchiato, perché questo vi si appoggi.
Oggi è stata aperta la bocca di Eva, perché dica a voce alta e a viso scoperto che la sua colpa è stata perdonata grazie alla seconda Vergine che ha pagato il debito dei suoi padri con il prezioso tesoro che ha partorito alla creazione.
Oggi taccia il serpente, perché parla Gabriele. Sia annientata la menzogna, perché è spiegata la verità. E passi ciò che è vecchio, perché tutto è stato rinnovato dal parto della Vergine.
Oggi la mano del cherubino abbandoni la lancia di fuoco [cfr. Gen 3,24] perché l’albero della vita non ha più da essere custodito. Ecco, infatti, che il suo frutto è posto nella mangiatoia per fare da cibo agli uomini che, di loro volontà, erano diventati simili agli animali.
Oggi Isaia suoni la cetra e, nello Spirito, faccia vibrare gli strumenti della sua rivelazione, dicendo non: Ecco la vergine concepirà e partorirà [Is 7,14] ma: «Ecco la vergine ha concepito e partorito, come avevo detto». La testimonianza, dunque, è stata resa manifesta e la legge è stata sigillata, poiché il segreto dei misteri è venuto alla luce».
Oggi è Natale, e in un’omelia di millecinquecento anni fa Giacomo di Sarug (449 ca-521) – venerato come santo dalle Chiese ortodossa siriaca, maronita e cattolica – invitava la sua comunità a lodare Dio seguendo l’esempio del canto degli angeli. Il celebre scrittore cristiano di lingua siriaca, nato sulle rive dell’Eufrate, innalza un canto che dà speranza agli uomini, pace alla terra e gloria a Dio, «a cui piacque diventare simile agli esseri terreni».
«Oggi la grotta è diventata una stanza nuziale per quello sposo celeste che ha voluto unirsi alla stirpe degli esseri terrestri e sostenerli nella loro ascensione dalle profondità alle altezze.
Oggi è stata chiaramente spiegata la rivelazione di Giacobbe: il Signore che stava sulla cima della scala, ecco che è sceso per far salire in cielo gli uomini.
Oggi l’aurora si è manifestata nella grotta e il grande sole dalle fonde cavità, per illuminare con il suo fulgore le profondità sotterranee, luogo che per il sole non è facile illuminare!
Oggi il sole è tornato indietro di dodici gradi di luce [cfr. Is 38,8] che lo opprimevano e gli opponevano resistenza, affinché per essi fosse esaltato il vero giorno che, con il suo fulgore, ha messo in fuga e soffocato, le ombre del peccato.
Oggi è nato il Bambino che fu generato da suo Padre, in modo incomprensibile alla mente, prima che esistesse il mondo».
Oggi il monaco e vescovo siriaco, soprannominato per le sue omelie “arpa della Chiesa” e “flauto dello Spirito Santo”, innalzava parole di adorazione e di stupore, con la stessa meraviglia di Maria e Giuseppe. Il Signore del cielo è sceso in una grotta, estirpando dalla terra la maledizione e riaprendo la strada del paradiso: «tutto è stato benedetto e tutto è stato salvato».
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