Un nuovo organismo per il dialogo interreligioso e interculturale e il confronto su questo problema strutturale della società.
Un nuovo organismo per il dialogo interreligioso e interculturale e il confronto su questo problema strutturale della società.
Giovedì 14 marzo, a Bologna, è stato formalmente costituito l’Osservatorio Interreligioso sulle Violenze contro le Donne, un’iniziativa a cura del Segretariato Attività Ecumeniche di Bologna in collaborazione con la Fondazione per le Scienze Religiose Giovanni XXIII. Era il 9 marzo 2015 quando i rappresentanti di dieci denominazioni cristiane firmarono il documento Contro la violenza sulle donne: un appello alle chiese cristiane in Italia, un atto di responsabilità, promosso dalla Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, mosso dalla considerazione che la violenza sulle donne è un gesto contro ogni essere umano e contro Dio stesso e dalla convinzione che le comunità cristiane debbano impegnarsi a promuovere anche al loro interno un’educazione che liberi i maschi dalla spinta a commettere violenza sulle donne e sostenga la dignità, i diritti e il ruolo delle donne in ogni ambito della vita, privato e pubblico.
L’appello ha rischiato di rimanere inascoltato e soffocato nella lista dei buoni propositi, fino a che è stato rilanciato nella prima Tavola rotonda interreligiosa del 23 maggio 2016, organizzata a Bologna da donne del SAE locale e della FSCIRE sul tema “Religioni e violenza contro le donne”. L’anno successivo, ne è stata organizzata una seconda sullo stesso tema, mentre nel 2018 è stata dedicata al tema “Contro la violenza di genere. Si muovono le religioni? Si muovono gli uomini?”. Così, da questo percorso virtuoso, è nata la proposta Per un osservatorio interreligioso contro la violenza sulle donne, che si è ora finalmente concretizzata.
L’ideatrice di questo cammino, la responsabile del SAE bolognese Paola Cavallari, ha promosso la nascita di questo organismo finalizzato al dialogo interreligioso e interculturale, al confronto, all’educazione di genere, alla pratica e alla presa di parola di donne e uomini sul problema della violenza sulle donne, che non è un’emergenza, ma un fatto strutturale. L’Osservatorio nasce da un gruppo costituente di una ventina di donne di religione cristiana – nelle denominazioni cattolica, evangelica e ortodossa –, ebraica, islamica, induista e buddhista.
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