Nazionalismo e populismo non sono cristiani

L’arcivescovo di Bamberga ha sottolineato che il principio di soccorso verso il prossimo è il modello della fede cristiana nell’epoca della globalizzazione.

“È inaccettabile lasciare affogare delle persone nel Mediterraneo, qualunque sia il modo o il motivo per cui si trovano in questa situazione di bisogno. A questo si lega la difesa della dignità di ogni uomo. Nazionalismo e populismo non sono cristiani”.

Lo ha detto l’arcivescovo di Bamberga Ludwig Schick nell’omelia di domenica 14 luglio durante la messa sul piazzale del Duomo di San Pietro e Giorgio, in occasione della festa di sant’Enrico, imperatore, fondatore dell’arcivescovado e patrono della città. Come riportato da ACI Stampa, l’arcivescovo, commentando il brano dell’evangelista Luca sul buon samaritano (Lc 10,25-37), ha sottolineato che questo principio di soccorso verso il prossimo, da qualunque parte egli venga, è il modello della fede cristiana nell’epoca della globalizzazione, dove si deve annunciare il Vangelo a uomini di diverse culture in modo nuovo.

“La nostra fede in Gesù Cristo non viene meno, ma non è più scontata, come accadeva negli spazi chiusi del passato, dove Europa e America erano zone cristiane, Medio oriente e mondo arabo zone musulmane e l’Asia terra di buddismo e induismo. Dobbiamo diffondere la misericordia del buon samaritano e l’amore per il prossimo, verso chiunque, come eredità del cristianesimo”.

L’omelia di Schick si inserisce in una riflessione che la Chiesa sta portando avanti in tutto il Vecchio Continente, che denuncia l’indifferenza del verso i migranti nei “barconi”. Ad aprile, il presidente della Commissione delle Conferenze Episcopali Europee, l’arcivescovo Jean-Claude Hollerich, in un articolo aveva criticato l’atteggiamento della Comunità Europea, definendo una vergogna per l’Europa il dramma dei migranti nel Mediterraneo. Secondo lui, su questo tema si giocherà la sopravvivenza stessa del cattolicesimo: «L’Europa rimarrà cattolica solo se sapremo vivere l’incontro con i migranti secondo il Vangelo».