Nicaragua, anche il presidente della Conferenza Episcopale è stato espulso dal Paese

La dittatura del presidente Daniel Ortega cerca di emarginare la Chiesa con attacchi sistematici e arbitrari.

Il presidente della Conferenza Episcopale del Nicaragua, il vescovo di Jinotega Carlos Enrique Herrera Gutiérrez, è stato espulso dal Paese centroamericano. La sera del 13 novembre è arrivato l’arresto che ha portato al suo bando dai confini nazionali, come è già successo ad altri due vescovi, quelli di Matagalpa Rolando Álvarez e di Siuna Isidoro Mora. Il Celam, il Consiglio Episcopale Latinoamericano e Caraibico, ha manifestato in una lettera il suo dolore per gli avvenimenti che stanno affliggendo la Chiesa cattolica nicaraguense, alla quale esprime vicinanza e fraternità, riporta l’Agenzia Fides.

Infatti, da quando la dittatura del presidente Daniel Ortega e della moglie Rosario Murillo ha inasprito la repressione contro dissidenti e critici, ovvero a partire dalle proteste di massa iniziate il 18 aprile 2018 e represse nel sangue, la Chiesa locale è stata oggetto di sempre più attacchi. Il motivo è la sua vicinanza a chi ha subito e subisce violenze, in un clima in cui le persone sono bloccate in uno stato d’animo di «panico e paura», come dichiara a Mondo e Missione l’avvocatessa Martha Patricia Molina Montenegro, che vive in esilio. Il suo studio Nicaragua: Una iglesia perseguida? documenta periodicamente gli attacchi sistematici a questa istituzione: restrizioni agli edifici sacri, profanazioni, chiusure arbitrarie di organizzazioni e progetti sociali, confische di beni, repressioni religiose, aggressioni e minacce, arresti e limitazioni alla libertà di culto, messaggi d’odio.

Afferma Molino: «L’ultimo aggiornamento del mio studio registra 870 attacchi commessi dalla dittatura sandinista Ortega-Murillo da aprile 2018 a luglio 2024, ma la cifra varia continuamente perché ogni giorno si compiono nuovi atti violenti contro questa istituzione. […] Più di 250 religiosi sono dovuti fuggire perché minacciati di morte, o sono stati espulsi o ancora non riescono più a rientrare nei confini nazionali nonostante siano nicaraguensi». Inoltre, il regime impone tasse non previste dalla legge, soffocando economicamente la Chiesa, che viene anche zittita: 22 mezzi di comunicazione religiosi tra radio, tv, stampa e web sono stati chiusi senza spiegazioni. «L’intento è recidere il progetto di evangelizzazione della Chiesa cattolica».