Il rettore di un seminario si era offerto al posto di due allievi catturati da uomini armati in un assalto all’istituto.
Il rettore di un seminario si era offerto al posto di due allievi catturati da uomini armati in un assalto all’istituto.
È stato liberato ieri don Thomas Oyode, l’ennesimo sacerdote rapito da banditi in Nigeria. Il rettore del seminario minore Immaculate Conception Minor Seminary School ad Agenegabode, nello stato meridionale di Edo, si era offerto al posto di due studenti catturati da uomini armati, che intorno alle ore 19 di domenica 27 ottobre 2024 avevano assalito l’istituto. Gli aggressori hanno fatto irruzione nell’edificio sparando in aria e allarmando don Thomas, il quale, uscendo nel cortile, si è trovato di fronte al tentativo di rapimento di due allievi. Così, si è offerto al posto loro e i malviventi hanno accettato lo scambio, trascinandolo nella boscaglia, ricostruisce l’Agenzia Fides.
Secondo la stampa nigeriana, i sequestratori avrebbero inoltrato una richiesta di riscatto alla diocesi di Auchi per la sua liberazione: duecento milioni di naira, pari a poco più di centododicimila euro. Per undici giorni non si hanno più avuto notizie del rettore, durante i quali il vicerettore e i seminaristi sono stati trasferiti temporaneamente in una zona sicura e si è iniziato a rafforzare le misure di sicurezza del seminario. Ieri, per coincidenza il giorno in cui ricorrono i nove anni di sacerdozio di don Thomas, è arrivata dalla diocesi la notizia del suo rilascio. Attualmente è ricoverato in ospedale per accertamenti.
Purtroppo, alla buona notizia se ne affiancano di negative: il 5 novembre nello Stato di Imo è stato rapito don Emmanuel Azubuike, mentre il 6 novembre don Christian Uchegbu della diocesi di Orlu. Mons. Lucius Iwejuru Ugorji, presidente della Conferenza Episcopale Nigeriana, punta il dito contro la diffusione di sostanze stupefacenti, tra le cause degli atti criminali che destabilizzano il Paese. Stando a un rapporto del 2018 dell’Ufficio delle Nazioni Unite sulla Droga e sul Crimine, in Nigeria una persona su sette tra i 15 e i 64 anni ha fatto uso di sostanze stupefacenti e tra questi una su cinque soffre di disturbi correlati alla droga. Il suo abuso è alla base di molti reati penali e alimenta le violenze delle gang coinvolte nel traffico delle reti criminali.
L’arcivescovo ha dichiarato: «I nostri giovani fanno un consumo eccessivo di droghe pesanti e compiono ogni sorta di cose inimmaginabili. Si armano, rapinano e rapiscono concittadini. Come possiamo spiegare che oggi, le persone vengono uccise senza senso come se la vita umana non fosse preziosa e inalienabile?», aggiungendo che «gli autori di questi crimini provengano dalle nostre comunità. Non provengono dal nulla. Non sono davvero degli uomini armati sconosciuti, come spesso vengono marchiati».
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