A Palermo questo ruolo è stato sospeso dal vescovo ad experimentum e la decisione, comune ad altre diocesi, è dibattuta.
A Palermo questo ruolo è stato sospeso dal vescovo ad experimentum e la decisione, comune ad altre diocesi, è dibattuta.
Anche nell’arcidiocesi di Palermo sarà sospeso ad experimentum il ruolo di padrino e madrina nel battesimo e nella cresima, come è accaduto in questi ultimi anni in altre diocesi, ad esempio in quelle di Sulmona e Ventimiglia. Il decreto recentemente firmato dall’arcivescovo mons. Corrado Lorefice prevede la cancellazione di questo ufficio per tre anni a partire dal prossimo primo luglio e, quindi, l’omissione nei rispettivi riti (pure in quello di iniziazione cristiana degli adulti) di tutto quanto riguardi queste figure. Nel frattempo, i ministri ordinati (soprattutto i parroci) sono chiamati a spiegare adeguatamente ai fedeli le ragioni pastorali che hanno portato a questa decisione, mentre gli Uffici Liturgico e Catechistico e il Servizio catecumenale hanno il mandato di monitorare l’andamento della nuova prassi e studiare possibili nuove forme di accompagnamento che recuperino il vero senso ecclesiale del padrino e della madrina.
La scelta, si legge nel documento, deriva sempre dal fatto che le convenzioni sociali e le abitudini consolidate hanno ormai compromesso l’autentico significato di accompagnamento nella vita cristiana del battezzato e del cresimato proprio di questo ufficio (comunque non obbligatorio per il Codice di Diritto Canonico), confuso spesso con relazioni di parentela, legami ambigui e «orpelli coreografici» della cerimonia. Qualche giorno fa ha scritto a Rete Sicomoro don Giuseppe Alcamo, docente di Catechetica alla Pontificia Facoltà Teologica di Sicilia, per dare un contributo al dialogo su questo argomento così attuale.
Il punto di partenza della sua riflessione è che «la fede si trasmette da persona a persona, da famiglia a famiglia, da amico ad amico. Per accedere al dono della fede bisogna incontrare un cristiano che lascia trasparire dal suo viso, dal suo stile di vita, dalle sue parole qualcosa che incuriosisce e crea meraviglia, perché rivela “un di più” che non si può trovare altrove. Nessuno può diventare cristiano con la logica del self service. Per incontrare Cristo, come Maestro e Signore, bisogna essere iniziati, illuminati, introdotti, accompagnati, custoditi, protetti da qualcuno che già lo ha incontrato e vive con il Suo stile». Ultimamente, tutto questo si è un po’ perso.
La Chiesa, continua l’intervento, ha pensato a due figure complementari per questo processo evangelizzante: il catechista e il padrino. Se «il fatto di non avere catechisti pienamente capaci non autorizza nessuno a eliminare il ministero del catechista, ma a formarli», allo stesso tempo «il fatto di non avere padrini consapevoli non autorizza a togliere questa figura educativa, ma a formarla». Infatti, «se assumiamo la logica del “togliere” perché non risponde alla vera e completa identità, dovremmo eliminare tutto, perché nessuno può dire di avere piena e completa consapevolezza della propria fede».
Ci si può dunque domandare quale consapevolezza abbiano i genitori che chiedono il battesimo per il loro bambino, o due giovani che vogliono sposarsi. Ma questa non è la strada da seguire, perché non si nasce cristiani ben formati, bensì lo si può diventare. Per don Alcamo, leggere nei comunicati le sospensioni ad experimentum del ruolo di padrino fa sorgere il dubbio di che cosa si voglia sperimentare: se ci saranno più iniziazioni cristiane senza padrini, se la Chiesa sarà più fedele al Vangelo senza di loro, se l’eliminazione di questa figura favorirà l’educazione dei laici? «La Chiesa è, innanzitutto e sempre, una realtà in costruzione, perché fa della formazione cristiana, per tutti, la sua priorità. Una formazione alla fede che abbraccia la totalità della vita, in tutte le sue stagioni. Oggi, credo che, più che svilire e togliere, dobbiamo qualificare e sostenere, formare ed incoraggiare, correggendo ciò che è sbagliato e introducendo nuove prospettive. […] Una Chiesa che educa è una Chiesa che si educa permanentemente alla fedeltà al Vangelo».
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