Nord Kivu, appello della società civile: “Non svendete le nostre risorse minerarie e quelle delle future generazioni”

La pace nel Nord Kivu è considerata una priorità fondamentale, ma deve essere perseguita senza compromettere le risorse minerarie del Paese e delle future generazioni. Un gruppo di attivisti e intellettuali africani ha lanciato un appello affinché la sicurezza nell’Est della Repubblica Democratica del Congo non sia subordinata alla cessione di minerali agli Stati Uniti e al Ruanda.

In una lettera indirizzata alla presidenza congolese, firmata da 43 personalità, tra cui il Premio Nobel per la Pace Denis Mukwege, si esprime preoccupazione per i negoziati in corso, sottolineando che il Paese affronta una crisi esistenziale senza precedenti. La lettera evidenzia la necessità di trovare una soluzione che ponga fine ai conflitti che affliggono la nazione da decenni, con oltre 10 milioni di persone che vivono nel terrore della violenza e della fame.

I firmatari riconoscono che la responsabilità della crisi è condivisa tra le ambizioni espansionistiche dei Paesi vicini e la mancanza di governance interna. Si esprimono riserve sui processi negoziali, in particolare riguardo agli accordi economici legati al cessate-il-fuoco, sottolineando che i minerali strategici devono essere utilizzati per lo sviluppo e la pace.

La lettera esorta il presidente Tshisekedi a non svendere le risorse minerarie del Paese nell’ambito di un’integrazione economica regionale, richiamando l’attenzione sulle parole del defunto Papa, che denunciava il saccheggio delle risorse naturali della RDC. Si invita a restituire al popolo congolese il controllo sulle proprie risorse e a garantire che la giustizia transizionale sia parte integrante dei processi di pace, coinvolgendo tutte le forze vive della nazione prima di firmare eventuali accordi internazionali.