Nord Kivu, quattordici cristiani massacrati da jihadisti

In questa zona della Repubblica democratica del Congo i gruppi armati hanno intensificato le loro violenze.

Sono quattordici i cristiani che a maggio sono stati massacrati a colpi di kalashnikov e panga (un tipo di machete) in una zona della provincia congolese del Nord Kivu nei pressi di Eringeti. I jihadisti delle Forze alleate democratiche (Adf), un gruppo armato ugandese affiliato allo Stato islamico, si sono accaniti contro di loro, in buona parte giovanissimi, perché hanno rifiutato di convertirsi all’islam. Come riporta Avvenire, queste violente spedizioni avvengono ormai settimanalmente nei villaggi, nei campi e sulle strade in terra battuta. Se non vengono uccisi, i ragazzi e le ragazze cristiani o animisti vengono sequestrati per essere sottoposti a un lavaggio del cervello. Poi, sedute d’indottrinamento forzato, unite alla somministrazione di sostanze stupefacenti, li trasformano in automi che fanno quello che gli viene ordinato, anche le cose più nefande.

A combattere a fianco delle Adf, che hanno le loro basi operative al confine con l’Uganda, nel corso degli ultimi anni sono arrivati mercenari libici, sudanesi e ciadiani, oltre a miliziani arabofoni appartenenti all’estesa famiglia dei Baggara, insediata nel Sudan occidentale e nel Ciad orientale. Vista l’intensificazione delle loro azioni destabilizzanti, la popolazione di questa parte del territorio nordorientale della Repubblica democratica del Congo è costretta a fuggire.

Sotto la copertura delle motivazioni religiose, gli estremisti puntano al controllo del trasporto illegale transfrontaliero di cacao, legname pregiato e oro e allo sfruttamento del petrolio. Le loro risorse economiche derivano anche dai finanziamenti provenienti dall’estero, soprattutto da parte di mercanti e uomini d’affari salafiti (seguaci di una versione fondamentalista dell’islam). Lo spopolamento di queste aree è funzionale anche alla creazione di campi di addestramento e indottrinamento, possibile riferimento per tutto il movimento jihadista nella fascia saheliana. Purtroppo, al momento la comunità internazionale non è interessata a questo dramma.