Il progetto dalla Società Biblica in Italia è frutto del lavoro condiviso di cattolici, evangelici, protestanti e ortodossi.
Il progetto dalla Società Biblica in Italia è frutto del lavoro condiviso di cattolici, evangelici, protestanti e ortodossi.
Un Nuovo Testamento secondo una nuova traduzione letteraria ecumenica è stato presentato ieri dalla Società Biblica in Italia. L’opera, edita da Elledici, è frutto del lavoro condiviso di traduttori e revisori cattolici, evangelici, protestanti, vetero-cattolici e ortodossi del patriarcato greco e rumeno. Il progetto, riporta Avvenire, è nato nel 1997 e ha avuto una lunga interruzione: per il Giubileo del 2000 si riuscì a pubblicare il Vangelo di Giovanni, ma il completamento c’è stato negli ultimi quattro anni. L’iniziativa comprende anche la traduzione dell’Antico Testamento, prevista per un prossimo futuro.
Don Luca Mazzinghi, presidente della Società biblica in Italia, precisa che questa proposta si distingue da quella interconfessionale in lingua corrente per due motivi: innanzitutto, è a maggior respiro ecumenico in quanto include Chiese come quelle ortodosse; poi, mentre quella interconfessionale è «una traduzione cosiddetta dinamica, che privilegia cioè la comprensibilità nella lingua di arrivo (l’italiano), sacrificando a volte il testo originale, questa è piuttosto una traduzione formale, ovvero letteraria: ciò significa che privilegia la lingua di partenza, il greco del Nuovo Testamento, cercando tuttavia di offrire un italiano corretto e scorrevole».
Il percorso che ha portato a questa pubblicazione è stato davvero ecumenico. Ogni singolo libro o gruppo di libri è stato tradotto in coppia da un cattolico e da un evangelico. Successivamente, un team ecumenico di sei revisori ha riveduto e reso omogeneo il tutto. I testi sono poi stati inviati a ognuna delle Chiese coinvolte, che, attraverso un proprio revisore, hanno verificato che non creassero difficoltà per la propria visione di fede o la propria tradizione ecclesiale e liturgica. Infine, è stata fatta un’opera di correzione finale alla luce delle osservazioni giunte e di controllo linguistico da parte di un italianista.
«Nel corso di tutto il lavoro non vi sono mai stati ostacoli di natura confessionale», afferma don Luca Mazzinghi, che aggiunge: «Questa nuova traduzione non si pone l’obiettivo di sostituire le attuali versioni liturgiche come la Bibbia Cei 2008 usata nella Chiesa cattolica o la Nuova Riveduta usata in molte Chiese evangeliche. Si propone invece come traduzione […] da usare assieme in occasioni ecumeniche [e] per la preghiera personale, per la catechesi, per lo studio sia personale che comunitario delle Scritture. Il lettore scoprirà come spesso questa traduzione non rispecchia quella a cui egli è abituato, [ma] traduzioni diverse aiutano a riflettere sulla necessità di comprendere sempre meglio le Scritture».
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