La Congregazione per il clero ha pubblicato un’istruzione per una riforma delle parrocchie in senso collaborativo.
La Congregazione per il clero ha pubblicato un’istruzione per una riforma delle parrocchie in senso collaborativo.
«La riflessione ecclesiologica del Concilio Vaticano II e i notevoli cambiamenti sociali e culturali degli ultimi decenni hanno indotto diverse Chiese particolari a riorganizzare la forma di affidamento della cura pastorale delle comunità parrocchiali. Ciò ha consentito di avviare esperienze nuove, valorizzando la dimensione della comunione e attuando, sotto la guida dei pastori, una sintesi armonica di carismi e vocazioni a servizio dell’annuncio del Vangelo, che meglio corrisponda alle odierne esigenze dell’evangelizzazione.»
Inizia così la nuova istruzione della Congregazione per il clero La conversione pastorale della comunità parrocchiale al servizio della missione evangelizzatrice della Chiesa, che invita le comunità parrocchiali a uscire da sé stesse proponendo strumenti per una riforma, anche strutturale, orientata a uno stile di comunione e di collaborazione. Nella presentazione del documento mons. Andrea Ripa, sottosegretario del dicastero, spiega che:
«il senso del documento è ricordare che nella Chiesa c’è posto per tutti e tutti possono trovare il loro posto nell’unica famiglia di Dio, nel rispetto della vocazione di ciascuno, cercando di valorizzare ogni carisma e di preservare la Chiesa da alcune possibili derive, come clericalizzare i laici o laicizzare i chierici, o ancora fare dei diaconi permanenti dei mezzi preti o dei super laici.»
Questa istruzione viene dopo la Ecclesia de mysterio del 1997 e Il presbitero pastore e guida della comunità del 2002 e si pone come tentativo di presentare una sintesi di tali documenti (che non contengono novità legislative) adeguata all’attuale contesto ecclesiale, ponendo attenzione a tutti i ministeri operanti all’interno della comunità parrocchiale ed evidenziando come ognuno abbia una sua specificità al servizio dell’unica missione evangelizzatrice. Mons. Ripa aggiunge:
«Si può pensare facilmente ai due noti estremi, quello cioè di una parrocchia in cui il parroco e gli altri presbiteri si occupano di tutto e decidono da soli di ogni cosa, relegando le altre componenti della comunità a un ruolo marginale, al massimo da esecutori; oppure, all’opposto, una sorta di visione democratica in cui la parrocchia non ha più un pastore, ma solo funzionari — chierici e laici — che ne gestiscono i diversi ambiti, con una modalità spesso definibile come aziendale. Per la buona riuscita di tali ristrutturazioni [occorre evitare] di calare progetti dall’alto, operando invece all’insegna della debita gradualità, fatta di consultazioni previe, studi approfonditi e competenti, applicazioni ad experimentum, verifiche, prima di giungere a una decisione definitiva, equilibrata e già provata sul campo, in modo da non creare dolorose rotture nella vita delle comunità.»
L’istruzione parte constatando che oggi la parrocchia deve confrontarsi con un mondo caratterizzato dall’accresciuta mobilità e dalla cultura digitale, dovendo adeguare il proprio servizio alle nuove esigenze dei fedeli. Sacerdoti e laici non possono meramente ripetere certe attività nell’indifferenza generale, ma devono pensare a proposte pastorali diversificate perché la Parola di Dio possa raggiungere il maggior numero di persone. Tale dinamismo va sviluppato nel tempo coinvolgendo tutta la comunità parrocchiale: parroco, presbiteri, diaconi, consacrati e fedeli laici devono concorrere secondo il proprio carisma e secondo le responsabilità che gli corrispondono.
Il documento prosegue analizzando le forme ordinarie e straordinarie di affidamento della cura pastorale della comunità parrocchiale, passando in rassegna il ruolo e i compiti del parroco (anche nel caso in cui una o più parrocchie siano affidate a più sacerdoti), dell’amministratore parrocchiale, del vicario parrocchiale, del diacono, delle persone consacrate e dei laici, considerando gli incarichi sia stabili che occasionali. Poi, l’istruzione passa in rassegna gli organismi di corresponsabilità ecclesiale: il consiglio parrocchiale per gli affari economici, il consiglio pastorale parrocchiale e altre forme di corresponsabilità nella cura pastorale. Infine, l’ultimo tema affrontato è quello delle offerte, che, essendo per loro natura libere, devono essere lasciate alla coscienza e al senso di responsabilità di ciascuno e non viste come “prezzo da pagare” o una “imposta sui sacramenti”.
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