Le indicazioni ministeriali per gli enti del Terzo settore definiscono criteri e metodologie per valutare attività e progetti.
Le indicazioni ministeriali per gli enti del Terzo settore definiscono criteri e metodologie per valutare attività e progetti.
Il 12 settembre sono state pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale le linee guida per la realizzazione di sistemi di valutazione dell’impatto sociale delle attività svolte dagli enti del Terzo settore, contenute nel decreto del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali del 23 luglio 2019 e che seguono le Linee guida per la redazione del bilancio sociale degli enti del Terzo settore.
Ha trovato così attuazione l’indicazione della legge di riforma del Terzo settore in merito alla centralità dei processi valutativi negli enti del Terzo settore, dove «per valutazione dell’impatto sociale si intende la valutazione qualitativa e quantitativa, sul breve, medio e lungo periodo, degli effetti delle attività svolte sulla comunità di riferimento rispetto all’obiettivo individuato». Questa valutazione diventa così lo strumento attraverso il quale gli enti di Terzo settore comunicano ai propri stakeholder (finanziatori, donatori, lavoratori, collaboratori, soci, volontari, beneficiari, soggetti pubblici) l’efficacia nella creazione di valore sociale ed economico.
Le linee guida definiscono criteri e metodologie condivisi secondo i quali gli enti del Terzo settore possono condurre valutazioni di impatto sociale con metodi qualitativi e quantitativi, sulla base di dati oggettivi e verificabili e rispetto agli obiettivi programmati. Le valutazioni potranno prevedere un sistema di indici e indicatori di impatto, da mettere in relazione con quanto eventualmente rendicontato nel bilancio sociale.
Gli enti che hanno in affidamento servizi di interesse generale da parte di pubbliche amministrazioni possono essere tenuti alla realizzazione di sistemi di valutazione dell’impatto sociale. La valutazione è applicabile ad azioni di almeno diciotto mesi e di entità economica superiore un milione di euro, se sviluppate in ambito interregionale, nazionale o internazionale. Dove prevista, i suoi costi devono essere proporzionati al valore dell’azione e devono essere inclusi nei costi complessivi finanziati.
Esistono diversi approcci per misurare l’impatto sociale, ciascuno dei quali promuove particolari tipi di logiche che comportano misurazione differenti. Gli enti del Terzo settore hanno la facoltà di scegliere quella più adeguata alla propria tipologia di attività e progetti. Comunque, il sistema di valutazione deve rispettare alcuni principi e contenuti minimi.
Esso deve prevedere i seguenti principi: intenzionalità (connessione alla valutazione degli obiettivi strategici dell’organizzazione), rilevanza (evidenza dell’interesse generale perseguito e della dimensione comunitaria dell’attività svolta), affidabilità (informazioni precise, veritiere ed eque, con indicazione delle fonti dei dati), misurabilità (opportuna misurazione delle attività riconducibili a parametri quantitativi), comparabilità (dati che consentano la comparabilità nel tempo), trasparenza e comunicazione (restituzione pubblica della valutazione e del processo partecipativo degli stakeholders).
Il paragrafo delle Linee guida “Processo e misurazione: elementi caratterizzanti la valutazione di impatto sociale” indica ciò che deve essere fatto emergere (il valore aggiunto sociale generato, i cambiamenti sociali prodotti grazie alle attività del progetto, la sostenibilità dell’azione sociale), gli elementi che devono costituire le analisi delle varie dimensioni dell’organizzazione (stakeholder, attività, servizi, progetti, input, output, outcome) e le fasi del processo di misurazione (analisi del contesto e dei bisogni, pianificazione degli obiettivi di impatto, analisi delle attività e della metodologia, valutazione, comunicazione degli esiti).
Per capire meglio cosa fare, può essere di aiuto e supporto il documento Approcci proposti per la misurazione dell’impatto sociale redatto dalla Direzione generale Occupazione, affari sociali e inclusione della Commissione europea.
Luca Frildini
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