Omelia di Papa Francesco per la solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo.
Omelia di Papa Francesco per la solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo.
«Prima di donarci il suo amore sulla croce, Gesù ci dà le sue ultime volontà. Ci dice che il bene che faremo a uno dei suoi fratelli più piccoli – affamati, assetati, stranieri, bisognosi, malati, carcerati – sarà fatto a Lui (cfr Mt 25,37-40). Il Signore ci consegna così la lista dei doni che desidera per le nozze eterne con noi in Cielo. Sono le opere di misericordia, che rendono eterna la nostra vita. Ciascuno di noi può chiedersi: le metto in pratica? Faccio qualcosa per chi ha bisogno? O compio del bene solo per le persone care e per gli amici? Aiuto qualcuno che non può restituirmi? Sono amico di una persona povera? […] “Io sono lì”, ti dice Gesù, “ti aspetto lì, dove non immagini e dove magari non vorresti nemmeno guardare, lì nei poveri”.»
All’inizio dell’omelia della messa nella solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo, Papa Francesco ci chiede di porci alcune domande, portando poi l’esempio di san Martino quale uomo che ha saputo darvi una risposta concreta. Il santo ha messo in pratica, senza saperlo, gli insegnamenti del Vangelo, che non ci vuole parcheggiati ai lati della vita, ma realizzatori dei sogni di Dio in questo mondo. Le opere più belle da compiere sono quelle di misericordia, che vanno poste al centro dei nostri sogni più grandi, quelli per la gloria di Dio.
«Da dove si parte per realizzare grandi sogni? Dalle grandi scelte. […] Infatti, nel momento del giudizio finale il Signore si basa sulle nostre scelte. Sembra quasi non giudicare: separa le pecore dalle capre, ma essere buoni o cattivi dipende da noi. Egli trae solo le conseguenze delle nostre scelte, le porta alla luce e le rispetta. La vita, allora, è il tempo delle scelte forti, decisive, eterne. […] Se scegliamo Dio diventiamo ogni giorno più amati e se scegliamo di amare diventiamo felici. […]. Il Signore della vita ci vuole pieni di vita e ci dà il segreto della vita: la si possiede solo donandola.»
È vero, continua Papa Francesco, che ci sono continui ostacoli e dubbi che rendono ardue le scelte, ma l’amore chiede di andare oltre. L’amore spinge a passare dai perché al per chi, dal perché vivo al per chi vivo, dal perché mi capita questo al per chi posso fare del bene. Come scrive Alessandro Manzoni ne I Promessi sposi: «Si dovrebbe pensare più a far bene, che a star bene: e così si finirebbe anche a star meglio». Purtroppo, oggi si è ostacolati anche dalla febbre dei consumi, dall’ossessione del divertimento, dall’illusione dell’amore vissuto solo a colpi di emozioni. Scegliere, quindi, è saper rinunciare alla mentalità dell’usa-e-getta e del tutto-e-subito, perché, come ha detto il beato Pier Giorgio Frassati, siamo nati per «vivere, non vivacchiare».
«Ogni giorno, tante scelte si affacciano sul cuore. […] Se ci guardiamo dentro, vediamo che in noi sorgono spesso due domande diverse. Una è: “che cosa mi va di fare”. È una domanda che spesso inganna, perché insinua che l’importante è pensare a sé stessi e assecondare tutte le voglie e le pulsioni che vengono. Ma la domanda che lo Spirito Santo suggerisce al cuore è un’altra: non “che cosa ti va?” ma “che cosa ti fa bene?”. […] Da questa ricerca interiore possono nascere scelte banali o scelte di vita, dipende da noi. Guardiamo a Gesù, chiediamogli il coraggio di scegliere quello che ci fa bene, per camminare dietro a Lui, nella via dell’amore. E trovare la gioia. Per vivere, e non vivacchiare.»
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