Nel mondo ancora una persona su undici soffre la fame

Il rapporto dell’ONU “Lo stato della sicurezza alimentare e della nutrizione nel mondo” mostra i passi indietro.

Nel 2023, sulla Terra una persona su undici, ovvero settecentotrentatré milioni di individui, ha sofferto la fame. A dirlo è l’ultimo rapporto annuale Lo stato della sicurezza alimentare e della nutrizione nel mondo, redatto da cinque agenzie specializzate delle Nazioni Unite: l’Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), il Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo (IFAD), il Fondo per l’infanzia (UNICEF), il Programma alimentare mondiale (PAM) e l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS). Nonostante alcuni progressi in aree come il ritardo della crescita e l’allattamento al seno esclusivo, l’umanità è in grave ritardo rispetto all’obiettivo di sviluppo sostenibile “fame zero” dell’Agenda 2030. Mancano poco alla scadenza ipotizzata, ma, con l’aumento di oltre centocinquanta milioni di persone malnutrite rispetto al 2019, la sottoalimentazione è tornata ai livelli di quindici anni fa.

A livello regionale si notano differenze significative. In Africa, addirittura un individuo su cinque ha difficoltà ad accedere al cibo, mentre in Asia il rapporto si è stabilizzato a circa una su dodici. Ma è proprio nel continente asiatico che vive più della metà degli affamati del mondo, in particolare nelle aree occidentali. Aggravamenti sono stati registrati, oltre che nella maggior parte delle sotto-regioni africane, anche nei Caraibi, quando invece il Sud America mostra segnali di miglioramento (qui il rapporto è quasi uno su diciassette)

Il rapporto rivela inoltre che l’anno scorso ci sono state oltre due miliardi e trecento milioni di persone che hanno dovuto fare i conti con un’insicurezza alimentare da moderata a grave, soprattutto in Africa dove si calcola che riguardi il cinquantotto percento della popolazione. Tra queste, circa ottocentosessantaquattro milioni hanno sofferto per un’insicurezza alimentare grave, che può portare a rimanere senza cibo per un’intera giornata o anche più. Un’altra questione, che coinvolge più di un terzo dell’umanità, è il mancato accesso a una dieta sana per ragioni economiche, in misura maggiore nei paesi a basso reddito e con una crescita enorme nel continente africano, dove si stima colpisca il settantuno percento della popolazione.

I fattori che stanno facendo peggiorare i fenomeni dell’insicurezza alimentare e della malnutrizione sono diversi: la persistenza dell’inflazione dei prezzi dei generi alimentari, che erode i vantaggi economici di un elevato numero di individui in molti stati e rende inaccessibile una dieta salutare; le guerre, i conflitti, i cambiamenti climatici sempre più frequenti e violenti, con i loro inevitabili contraccolpi economici; l’esistenza di ambienti alimentari malsani e la persistenza delle disuguaglianze. Per recuperare la strada perduta servono risorse e scelte politiche coraggiose.