Alle origini dell’iconografia dell’Immacolata Concezione di Maria

Visto il lungo dibattito precedente al dogma, non è stato facile individuare un’immagine adeguata a rappresentarla.

Il millenario percorso teologico e magisteriale che ha condotto alla definizione del dogma dell’Immacolata Concezione è stato lungo e complesso. Proclamata nel 1854 con la bolla Ineffabilis Deus di Pio IX, essa ha origine intorno all’VIII secolo in una tradizione liturgica orientale: la festa, ispirata ai Vangeli apocrifi, intitolata al “Concepimento di Maria da parte di sant’Anna”. Questa celebrazione passò nel secolo successivo in Occidente, per poi diffondersi nell’Europa della fine del Medioevo e del Rinascimento assieme all’espansione della devozione mariana. Visto il prolungato dibattito su una questione così complessa e l’evoluzione della dottrina sul tema, in ambito artistico non è stato facile individuare un’iconografia adeguata a rappresentare una dottrina difficilmente esprimibile per immagini.

Su La parte buona, Micaela Soranzo individua in Oriente un primo tentativo di raffigurare l’Immacolata Concezione in modo simbolico, che trova nella Cappella degli Scrovegni a Padova affrescata da Giotto tra il 1303 e il 1305 una delle trasposizioni più note in Occidente. Si tratta dell’incontro di Anna e Gioacchino alla Porta d’Oro di Gerusalemme, episodio popolare tratto dagli apocrifi e diffuso dallo Speculum historiae di Vincenzo di Beauvais e dalla Legenda aurea di Jacopo da Varagine. Nel Medioevo orientale, infatti, la verginità di Maria era collegata con la santità del matrimonio dei suoi genitori. Nel Medioevo latino, poi, si sosteneva che il peccato originale si trasmettesse con l’atto generativo, per cui la concezione di Maria fu accostata a quella virginale e miracolosa di Gesù.

In uno dei racconti su Anna, che nella Bibbia non è neppure nominata (lo è ad esempio nel Protovangelo di Giacomo del II secolo), si narra che un giorno un angelo le predisse la nascita di una figlia, proprio a lei che non era riuscita ad avere figli per colpa del marito, che intanto dalla vergogna se n’era andato nel deserto. Ma Gioacchino torna a Gerusalemme e Anna gli corre incontro presso la Porta d’Oro: secondo gli scrittori medievali, il momento dell’abbraccio e del bacio tra i due sposi segna il momento dell’Immacolata Concezione di Maria. Nel XV secolo Anna era una delle sante più venerate d’Europa e, con il pronunciamento favorevole sull’Immacolata Concezione al Concilio di Basilea (1431-1449), si moltiplicano le immagini che la raffigurano assieme a Maria e Gesù Bambino: nasce l’iconografia della Sant’Anna Metterza, che sottolinea il ruolo eccezionalmente puro della Madonna, nata da una gravidanza virginale e madre virginale del Salvatore.